“L’accordo di stabilizzazione con il call center Mediacom di Taranto è un successo per tanti motivi: dalla stabilizzazione dei lavoratori alla reintroduzione dell’articolo 18”. È l’annuncio di Andrea Lumino (segretario Slc Cgil Taranto) e Nicola Di Ceglie (segretario Slc Cgil Puglia), dopo la firma “di un accordo che offre lavoro stabile e garanzia occupazionali ai dipendenti che, dopo una serie di esperienze ai limiti della legalità in altre realtà del settore, potranno finalmente guardare al futuro senza l’ombra del precariato: potranno costruirsi una vita senza una spada di Damocle che per anni è stata sulle loro teste”.

Il traguardo raggiunto, aggiungono i due esponenti sindacali, “ha un valore maggiore se si considera che è avvenuto nel territorio tarantino, dove non solo lo sfruttamento dei giovani è dilagante, come dimostra l’inquietante numero di casi scoperti e denunciati in questi anni da Slc Cgil, ma la crisi legata all’Ilva ha ferito in modo più drammatico il tessuto socio economico rispetto al resto d’Italia”.

L' accordo sancisce la progressiva stabilizzazione a tempo indeterminato di lavoratori che precedentemente erano occupati in altre aziende dello stesso settore, sarà inoltre costantemente verificata la possibilità di aumentare la platea dei dipendenti e del monte ore di lavoro che partirà da 20 ore settimanali. La stabilizzazione, quindi, avverrà come previsto dalla contrattazione nazionale, con il terzo livello di inquadramento del Ccnl delle Telecomunicazioni.

Nell'accordo è specificato che il “vecchio” articolo 18, quello relativo alla possibilità di licenziare solo per giusta causa, è parte integrante del contratto individuale dei lavoratori, superando quindi le previsioni del Jobs Act e dando stabilità ai lavoratori. Non solo: l’articolo a tutela dei dipendenti verrà applicato addirittura in un'azienda che, almeno inizialmente, avrà meno dei 15 addetti previsti dallo Statuto dei lavoratori.

“L’accordo ribalta quanto stabilito recentemente dalla Corte costituzionale e ripristina il principio originario del valore del lavoro: va riconosciuto a Mediacom la lungimiranza di aver accettato un principio di civiltà che, dopo una lunghissima trattativa, allontana l'idea di lavoro come ‘favore’. È il segnale, evidente, che al ricatto si può e si deve rispondere con la lotta e i fatti” concludono Andrea Lumino e Nicola Di Ceglie: “Ma riteniamo che sia anche una risposta alla malapolitica: la strada da percorrere, quindi, non è quella dell’antipolitica e del populismo, ma quella della rappresentanza sindacale consapevole della responsabilità di cui è investita: tutelare il diritto al lavoro e quindi a costruirsi una vita. È una strada non solo possibile, ma oramai anche obbligata”.