Scongiurati i 50 licenziamenti nella sede di Torino della Carlson Wagonlit. Nell'incontro di oggi (martedì 20 marzo) tra azienda e sindacati, che si è tenuto nel capoluogo piemontese, la multinazionale dei viaggi d'affari "si è impegnata - spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - a raccogliere adesioni alla mobilità in modo esclusivamente volontario, su base nazionale". Già due anni fa l'azienda aveva annunciato uno snellimento della sua presenza nei Paesi dell'Europa occidentale con l'obiettivo di ridurre al minimo le sedi per ciascun Paese e di costituire alcuni centri operativi nei Paesi dell'Europa dell'Est. Parallelamente, questo progetto prevedeva lo spostamento dei servizi per i Paese di lingua spagnola in Costa Rica. 

Per il segretario nazionale Filcams Luca De Zolt si tratta di "un accordo importante, perché Carlson Wagonlit ha rivisto la propria posizione iniziale. Un passaggio non scontato, trattandosi di una multinazionale che risponde a decisioni extranazionali". Per l'esponente sindacale l'intesa "argina la situazione emergenziale creatasi a Torino, ma non risolve il problema alla radice. Per questo chiediamo che il dicastero dello Sviluppo economico apra un tavolo sul settore, come proposto dal ministro Carlo Calenda".

La vertenza si era aperta all'inizio dell'anno, con la decisione della multinazionale di chiudere la storica sede di Torino, aprendo le porte ad altri 50 licenziamenti. "Dopo avere abbandonato - avevano denunciato i sindacati - le sedi di Firenze, Bologna e Padova, la multinazionale dei viaggi d’affari continua sulla strada dello spostamento di attività verso i Paesi dell’Est, alla ricerca di un costo del lavoro più basso, diminuendo quindi la forza lavoro in Italia, Francia e Spagna".

L'intenzione della Carlson Wagonlit, continua De Zolt, è "un progetto mondiale che rincorre le logiche più negative della globalizzazione, ovvero la rincorsa all'abbassamento del costo del lavoro, anche a scapito del servizio. In Italia Carlson ha già chiuso diverse sedi, con ripercussioni anche sul mantenimento dei clienti legati al territorio". Resta sullo sfondo, conclude l'esponente della Filcams Cgil, la necessità "di introdurre regole comuni nel mercato dei servizi all'impresa nel segmento business travel per fermare le delocalizzazione e la spirale di concorrenza a ribasso che sta coinvolgendo il settore".