PALERMO - “Purtroppo anche nel mio lavoro di tutor all’Università ho vissuto delle discriminazioni. Molto spesso mi sono sentita trattata come una spicciafaccende: i docenti si rivolgono a noi donne con maggiore facilità per qualsiasi cosa, fotocopie, scrittura di lettere eccetera. Così ho lavorato il quintuplo rispetto ai miei colleghi, con lo stesso compenso di tutti gli altri”. A raccontarlo è Elena Riccio, 24 anni, neo laureata in Filologia moderna, intervenuta in occasione dell’iniziativa “Volti di donna” organizzata oggi (8 marzo) da Cgil Cisl e Uil Palermo sotto il porticato del Teatro Massimo.

A momenti di spettacolo, di recital di attori e attrici, si sono alternate le testimonianze di una immigrata, una laureata precaria, un’imprenditrice, una studentessa, una pensionata. Elena è la studentessa precaria che ha difficoltà a trovare lavoro a Palermo come migliaia di altri giovani. “Noi umanisti non contiamo nulla – aggiunge –, non c'è nemmeno un albo che ci rappresenti. Per noi laureati non ancora abilitati non è possibile accedere ai concorsi per il 2016. Gli altri sbocchi sono la libera professione. Per noi donne l’accesso al lavoro continua a essere più difficile perché siamo discriminate in partenza”.

Bijou Nzirirane, 39 anni, da novembre responsabile degli immigrati per la Cgil, si occupa dell’assistenza ai lavoratori precari, ai disoccupati, a chi cerca un lavoro, a chi lo perde. “Lavoravo allo sportello studenti stranieri dell’Università. E sono abituata a lottare per i diritti. Ma per noi migranti è tutto più difficile e per le donne immigrate i pregiudizi restano un grande ostacolo. Si continua a parlare di emancipazione ma è una conquista lontana. Noi donne abbiamo una forza eccezionale. Ma la parità ancora non c'è, dobbiamo continuare a lottare. Il precariato rende più precario tutto. Anche il desiderio di maternità, per questo, viene continuamente rimandato se non annullato in partenza”.

Dopo anni Cgil, Cisl e Uil sono tornati insieme per l'8 marzo con un'iniziativa comune a Palermo per celebrare il tema della parità del genere che, assieme al tema delle pensioni e della qualità della vita, del diritto allo studio e delle prospettive lavorative, diventa il cemento su cui si fonda la ritrovata unità.

“L'8 marzo a cui noi pensiamo è anche il 7 e il 9, è il tema della parità di genere che ogni giorno affrontiamo e che riguarda la donna, nel lavoro, nella società, nella famiglia – dichiarano i segretari di Cgil, Cisl e Uil Palermo Enzo Campo, Daniela De Luca e Gianni Borrelli –. Se tanti passi sono stati fatti, resta ancora altissimo, supera il 50 per cento, il dato sulla disoccupazione sia maschile che femminile, che attanaglia Palermo e la sua provincia. E questo dato è dovuto al fatto che a Palermo è ancora elevatissimo il divario di genere: il tasso di occupazione femminile è del 27,4 per cento, pari a meno della metà di quello maschile del 55,3 per cento”.

“L'unità del movimento sindacale è un valore aggiunto per dare forza all'elaborazione di iniziative comuni che riguardano l'emancipazione delle donne sul lavoro – aggiungono Enzo Campo, Daniela De Luca e Gianni Borrelli - Ed è importante che questo percorso abbia come elemento fondante la parità di genere”. Mancanza di lavoro, la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, il diritto a una pensione dignitosa, il diritto allo studio e ad una prospettiva lavorativa, il diritto a non essere discriminate, a non subire molestie. Tutto questo domani sarà raccontato alla città attraverso le voci delle donne.