Lunedì 8 aprile a Roma, alle ore 18.00, presso la Feltrinelli Libri e Musica, Galleria Colonna, avrà luogo la presentazione del libro della Casa editrice Ediesse


LA LETTERA BLU
Le Brigate rosse, il sequestro Moro e la costruzione dell’ostaggio

di Massimo Mastrogregori
Collana Citoyens
Pagine 192
Prezzo Euro 12.00

L’autore ne parla con Luciano Canfora, Marco Follini, Mario Tronti
Conduce Marcelle Padovani

 

L’analisi filologica delle lettere di Moro dalla prigionia presentata ne La lettera blu suggerisce una chiave di lettura assolutamente originale. Il Moro di Mastrogregori – nelle condizioni disperate nelle quali si trovò costretto negli ultimi giorni della sua esistenza – restò politicamente lucido, combattivo nei confronti dei suoi nemici, impegnato a costruire il terreno di un dialogo tra tutte le parti. Insomma, il leader cattolico non si arrendeva affatto ai carcerieri, non ne propugnava il riconoscimento politico, ma recitava una parte, metteva in scena un personaggio, collaborava alla costruzione di se stesso come ostaggio, accettando di pagare un prezzo: dare corpo alla propaganda terroristica.


Quello delle lettere di Moro è un enigma che dura da più di trent'anni. Nel tempo che è trascorso dal sequestro a oggi si sono scontrate tre immagini, in ognuna delle quali c’è qualcosa di vero, ma nessuna di esse risolve il problema.

Quella delle Brigate rosse secondo in cui il colpevole rancoroso e vile che parla negli scritti della prigione sarebbe il presidente della DC, l’autore di opere sul diritto penale; quella dominante sulla scena pubblica al tempo del sequestro per la quale gli argomenti e le parole di quegli scritti non sono in alcun modo riconducibili all’uomo politico e al penalista; quella oggi prevalente (si è formata, come reazione alla seconda, a partire dalle rivendicazioni di autori come Leonardo Sciascia e di persone dell’entourage o della famiglia di Moro) secondo cui l’autore di quegli scritti è la stessa persona che ha scritto le opere sul diritto penale.

Ora l'analisi illuminante che Mastrogregori conduce sulla «lettera blu» – il messaggio in cui stranamente si alternano fogli scritti in blu con fogli scritti in nero – dimostra che le cose stanno in modo diverso e che la chiave dell'enigma è la «soluzione del personaggio». Se il rosso e il nero erano i colori con i quali poteva essere descritta la vittima-martire, il blu della lettera di Moro sembra raccontare la vicenda di un politico che non si arrese mai a un destino già scritto, perché voleva «assolutamente tornare libero perché non sopportava di non poter camminare».



Massimo Mastrogregori
dirige la rivista internazionale Storiografia e la International bibliography of historical sciences. Ha pubblicato numerosi volumi e saggi sulla storia culturale e politica del Novecento. Tra questi: Introduzione a Marc Bloch (2001), I due prigionieri. Gramsci, Moro e la storia del Novecento italiano (2008), Nuovi studi sul sequestro Moro (2010), Breve storia dell’ideologia occidentale (2011).