DITA DI DAMA. UN ROMANZO SULLE LOTTE DEI METALMECCANICI DEL 1969. ORA CON LA POSTFAZIONE DI MAURIZIO LANDINI Chiara Ingrao pubblica il romanzo Dita di dama sulle giornate di lotta dei metalmeccanici durante lautunno caldo. Lanticipazione oggi sul manifesto. Ieri su RadioArticolo1 lintervista di Emiliano Sbaraglia allautrice: https://www.radioarticolo1.it/audio/2019/11/27/42814/dita-di-dama-il-romanzo-dellautunno-caldo ()Il 28 novembre del 1969, Roma fu invasa pacificamente da centomila metalmeccanici, in lotta per il rinnovo del contratto di lavoro e per i diritti, la dignità, la libertà di tutti e di tutte. Quella giornata è raccontata da Chiara Ingrao nelle pagine del suo romanzo «Dita di dama» che proprio il oggi esce in una nuova edizione, per la collana «I Delfini» de La Nave di Teseo, con un'importante novità: una postfazione di Maurizio Landini sul significato storico dell'autunno caldo e i suoi nessi con le sfide del presente, che si conclude con un appello a «non dimenticare la nostra storia, per trovare forza e nutrimento, ricordando i modi in cui 50 anni fa siamo stati capaci di cambiare il modo di pensare, di lavorare, di vivere». Nel libro, quel cambiamento è narrato attraverso le esperienze di un gruppo di operaie giovanissime, le cui vicende sono ispirate a quelle di una nota fabbrica romana, la Voxson. Come nel suo ultimo romanzo «Migrante per sempre» (Baldini+Castoldi 2019), che narra il passaggio dall'Italia degli emigranti a quella degli immigrati attraverso la storia vera di una donna lungo l'arco di 50 anni, anche in «Dita di dama» l'autrice mescola immaginazione e realtà, dramma e ironia, dimensione collettiva e interiorità femminile. Dal romanzo è stato tratto anche uno spettacolo teatrale che ha già avuto più di 70 repliche, in cui l'attrice-autrice Laura Pozone interpreta da sola quattordici personaggi diversi. Dalla presentazione del romanzo Dita di dama sul sito delleditore La Nave di Teseo: Maria ha 18 anni, nellautunno del 1969: un seno troppo sfacciato, e dita di dama. È la prima della classe, ma finisce operaia: come Aroscetta, Ninanana, Paolona, Mammassunta Le loro storie, fra rabbia e risate, nel turbinio dellItalia che cambia. Il contratto dei metalmeccanici, Piazza Fontana, la legge sul divorzio. Fare la crumira, poi scioperare e diventare delegata: scontrarsi con i genitori, crescere, essere travolta da un amore che sembra impossibile. E lamicizia: a raccontare la storia è Francesca, lamica di sempre. Quella che è cresciuta nello stesso palazzone della periferia romana, ma ha potuto studiare. Quella che oggi si guarda indietro, e pensa che ci ha lasciato una parte di sé, in quei giorni così, tempi così: allegri e feroci, e più veloci della luce. Abbiamo bisogno di non dimenticare la nostra storia, scrive Maurizio Landini nella postfazione in cui riflette sui nessi fra lautunno caldo e le sfide del presente, per trovare forza e nutrimento, ricordando i modi in cui cinquantanni fa siamo stati capaci di cambiare il modo di pensare, di lavorare, di vivere.