"Ha destato sconcerto la decisione, appresa solo all’ultimo secondo, della ulteriore dilazione dei tempi nella chiusura delle strutture degli impianti di risalita e impianti a fune dei comprensori sciistici in tutta Italia e particolarmente presenti anche nella nostra regione e nella provincia di Modena". A scriverlo la segreteria provinciale della Filt Cgil.

"Non è certamente nostro compito unirci al coro degli interventi politici e ai dibattiti di parte già avviati all’interno della nuova compagine governativa, né certamente è nostro compito discernere sulla prevalenza nel dibattito tra aperture indiscriminate e massimo principio di prevenzione e tutela. Il sindacato Filt Cgil sostiene, come spesso affermato anche nel dibattito circa il Trasporto Pubblico Locale, che compito di istituzioni e aziende e/o consorzi e datori di lavoro è quello di garantire al massimo la tutela della salute pubblica, nel pieno rispetto dei protocolli anti-contagio, come previsto peraltro dalle normative vigenti".

"Nel caso specifico - scrive il sindacato - il comparto degli impianti di risalita e di chi li gestisce, come è noto, è stato uno dei più colpiti in assoluto dalla pandemia tuttora in atto, con perdite di fatturato vicine al 100% in alcuni casi. E’ necessario che il Governo agisca immediatamente con gli opportuni ristori. Ma nel contempo, la Filt Cgil vuole focalizzare e puntare la luce sulla condizione degli operatori del settore, molti dei quali si trovano, con questa ulteriore e istantanea decisione a rischiare di non avere neanche le coperture minime degli ammortizzatori sociali previsti".

"Infatti, il settore degli impianti a fune è caratterizzato peculiarmente da un’altissima incidenza di lavoro stagionale, pertanto i lavoratori interessati (diverse centinaia nella sola provincia di Modena) hanno già visto la cessazione del proprio rapporto di lavoro (e dunque della possibilità di accedere alla cassa integrazione per Covid) ma ora, senza la riattivazione anche parziale di un rapporto di lavoro, vedono fortemente a rischio anche la possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione. E’ necessaria una ricognizione e un intervento normativo urgente in materia, anche prevedendo l’accesso al diritto sulla base della media delle giornate lavorate nell’annualità precedente alla pandemia, al fine di garantire le tutele minime anche a questi lavoratori che, viceversa, potrebbero trovarsi completamente scoperti".

"Necessità dei giusti ristori - conclude la nota - ma anche necessità di garantire gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, duramente e fortemente colpiti dalla crisi pandemica".