La Cgil modenese è prima nella solidarietà. In questi anni ha stretto il suo impegno diretto, nel sostegno  concreto a progetti di cooperazione internazionale rivolti alle diverse comunità kurde. Lo ha fatto collaborando  alla costruzione di un piccolo poliambulatorio nel campo profughi
kurdo  di  Mahmura, nel Nord dell’Iraq, riutilizzando l'attrezzatura sanitaria  recuperata  dalle  ristrutturazioni post-sisma degli ospedali di
Carpi e Mirandola e ha di recente concorso all'acquisto di una ambulanza. Anche quest’anno ha partecipato “con  orgoglio” – si legge nella nota del sindacato – grazie all’adesione delle categorie  dei lavoratori e delle Leghe dei pensionati della Cgil sul territorio, all’iniziativa  delle  "adozioni  a distanza" di famiglie di prigionieri  o  caduti  kurdi, colpite dal regime turco di Erdogan, con l’obiettivo, prima di tutto, di mantenere a scuola i bimbi rimasti orfani.

“Visitando quelle comunità – si legge nella nota – si vive in diretta il dramma di un popolo che storicamente ha radicato una cultura più laica, aperta alle sue diverse etnie. La scorsa settimana abbiamo così rifatto il versamento necessario per mantenere il fraterno legame con la quindicina di famiglie "adottate" dal nostro sindacato: Sevgi, moglie di un condannato politico, con cinque figli. Ayse, col marito in carcere per 36 anni. Celik, col marito caduto nella repressione militare del villaggio. Lutfie, col marito ucciso in carcere. Kurt, mamma di un universitario condannato a dieci anni. Hamdiye, vedova  con  sei figli, scacciata dall'esercito  turco  dal  suo villaggio di Bismil.  Stesso dramma per le famiglie di Rehime e Ylmaz. Mansure, col marito costretto alla montagna e il papà ucciso dai gendarmi. Sirin, col marito condannato all'ergastolo. Nazime,  col figlio in carcere e figlia guerrigliera dopo l'uccisione della sorella in carcere. Enise, col marito condannato a vita. Adelet, violentata e torturata in prigione. Lerzan,  giornalista imprigionata lo scorso novembre, che aveva accompagnato le nostre  delegazioni  per seguire in diretta gli scandalosi processi politici dello stato turco alle decine di sindaci kurdi. Nomi e situazioni a noi vicini ed ai tanti modenesi che sostengono questi nostri progetti. Famiglie,  che  dai  loro figli che proseguono nel frequentare la scuola, imparano dove si trova Modena. Nomi  che  facciamo  conoscere  grazie  ad  una  giusta  informazione solidale, con l'augurio  di  poter  allargare  la  già ampia e concreta adesione ai nostri progetti  di  cooperazione e solidarietà coi popoli costretti alla più dura resistenza, alla fame, alla fuga”.