Da dieci anni in Italia, ha frequentato qui le scuole, le medie e poi le superiori. Anche se risiede qui ininterrottamente, non ha ancora la cittadinanza. Kaur Jaskaran, 23 anni, è indiana e vive nella provincia di Latina.
Arrivata grazie al ricongiungimento familiare, si trova nella condizione di color che son sospesi: alla richiesta presentata sei mesi fa, accompagnata da tutta la documentazione, non ha ricevuto nessuna risposta. I tempi da noi sono biblici, ci vogliono almeno quattro anni.
Kaur oggi lavora per la Flai Cgil. Sostiene i cinque referendum per i quali si voterà l’8 e 9 giugno. Oltre ai quesiti sul lavoro, c’è anche quello sulla cittadinanza, che ha l’obiettivo di ripristinare il requisito dei cinque anni (anziché dieci).
La sua vita è stata una corsa a ostacoli: “A scuola ho vissuto la discriminazione per il colore della pelle – racconta -, dopo i 18 anni avevo l’obbligo di trovare un lavoro oppure studiare, ma per rinnovare il permesso di soggiorno dovevo avere un reddito. Senza la cittadinanza le persone non hanno l’opportunità di lavorare come gli altri, non possiamo andare all’estero o fare una vacanza”. In una parola, hanno meno diritti.