Proposta Liuzzi-D'Ippolito (M5S)

Introduzione dell’art. 34-bis della Costituzione, in materia di riconoscimento del diritto sociale di accesso alle rete internet (alla Camera 1136)

L’articolo si collocherebbe nella parte prima, titolo secondo, della Costituzione, dedicata ai “Rapporti etico-sociali”.

La proposta si basa su tre principi:

  1. Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet in condizioni di parità e con modalità tecnologica adeguata.

  2. La Repubblica promuove le condizioni che rendono effettivo l’accesso alla rete internet come luogo dove si svolge la personalità umana, si esercitano i diritti e si adempiono i doveri di solidarietà politica, economica e sociale.

  3. Il riconoscimento della neutralità della rete internet. La legge determina le condizioni affinché i dati trasmessi e ricevuti mediante internet non subiscano trattamenti differenziati.

Il diritto a internet è da considerarsi un bene comune poiché consente l’accesso a diritti fondamentali (libertà di espressione, di riunione e di associazione all’iniziativa economica, al buon andamento della pubblica amministrazione).

Fondamentale è l’attribuzione allo Stato della responsabilità e l’onere di una connessione sempre effettiva, stabile, adeguata e funzionale in ogni parte del territorio, la fornitura degli strumenti (hardware e software) necessari alla connessione.

Proposta Orlando-Madia (Pd)

Modifica articolo 21 della Costituzione, in materia di riconoscimento del diritto di accesso alla rete internet (atto Camera 2769)

Il principio da cui parte la proposta di legge è che “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate tali da favorire la rimozione di ogni ostacolo di ordine economico e sociale”.

La connessione consente di esercitare pienamente i propri diritti di cittadinanza; dal digitale dipendono il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione e all’informazione.

La modifica all’art. 21 o l’introduzione di un articolo 21-bis perché il diritto ad Internet, secondo le proposta è parte delle libertà, da cui poi si possono far discendere una serie di azioni normativi per rendere effettivo il diritto.

La proposta di modifica Costituzionale reitera quanto era stato presentato al Senato nel 2010, atto parlamentare n.2485, sempre da parte del Pd prendendo a riferimento il lavoro prodotto dal professore Stefano Rodotà.