Servono risorse e serve una visione riformatrice. Questa è la sfida individuata per i prossimi mesi per garantire il diritto alla salute ai cittadini e alle cittadine. La pandemia ha squadernato la fragilità e contemporaneamente il valore del nostro Sistema sanitario nazionale, occorre allora operare per ridurre le prime e rafforzare i punti di forza.

Questi i temi del confronto del primo panel della seconda delle Giornate del lavoro organizzate a Bologna dalla Cgil. A ragionare - sollecitati dalle domande della giornalista Angela Pedrini - Rossana Dettori, segretaria confederale Cgil; Gavino Maciocco, docente universitario; Claudia Mantoan, infermiera pronto soccorso di Crema; Roberto Speranza, ministro della Salute, Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil.

Per rilanciare il Sistema sanitario nazionale, universale e pubblico, occorrono risorse e occorre una riforma organizzativa. Le risorse ci sono, certamente quelle in arrivo con il Pnrr, ma serve implementare considerevolmente e nel tempo il Fondo sanitario nazionale, e il primo impegno sarà con la prossima legge di bilancio. Contemporaneamente occorre davvero costruire una nuova centralità del territorio, l’integrazione tra sociale e sanitario con la presa in carico delle persone in un sistema che superi i divari di territorio, di genere e di provenienza. Perché tutto sia possibile servono un grande piano di assunzioni (tra medici e operatori sanitari mancano 112 mila persone) e il rinnovo del contratto che riconosca professionalità e dignità.

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