Due città, Roma e Bologna, in dialogo ideale. La voce che le unisce è quella delle donne che riprendono la piazza nella Capitale, sono protagoniste del primo tavolo pomeridiano della seconda delle Giornate del lavoro della Cgil. Quelle che hanno pagato i prezzi maggiori della pandemia e vogliono essere in prima fila nella rinascita del Paese.

Guidate nella conversazione da Maddalena Oliva del Fatto Quotidiano, si sono confrontate Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams, la categoria della Cgil che rappresenta settori a forte intensità di manodopera femminile, due ragazze, Camilla Piredda, esecutivo nazionale dell’Udu e Serena Turnone, della Rete degli Studenti. Con loro un uomo, Giulio Marcon, portavoce della Rete Sbilanciamoci.

Politiche specifiche per creare occupazione femminile sono certamente utili, ma il Pnrr fa troppo poco, nemmeno il 10% delle risorse sono destinate a questo. Occorre che le politiche che si mettono in campo, le decisioni che si prendono, vengano determinate tenendo conto di due punti di vista, quello degli uomini e quello delle donne. Serve una valutazione dell’impatto di genere di tutte le politiche ex ante ed ex post, e non solo di quelle specifiche. È necessario vincolare gli appalti, almeno quelli pubblici, all’occupazione femminile. Occorre superare il meccanismo del part time involontario e costruire servizi che consentano alle lavoratrici madri di rimanere al lavoro. Serve investire risorse e cultura nella cura e nel welfare.