ECONOMIA – Pandemia sociale. Il confinamento ha impoverito lavoratori e famiglie già fragili. Il servizio di Giuseppe Manzo

Giovani, con basso livello di istruzione, stranieri, con bassi redditi da lavoro. Sono queste le categorie di lavoratori più esposti alle conseguenze del blocco (totale e/o parziale) delle attività produttive durante l’isolamento. È quanto emerge dallo studio “I lavoratori e le famiglie esposte al lockdown”, elaborato nell'ambito del progetto MonitorFase3 nato dalla collaborazione tra Prometeia e Area Studi Legacoop per testare l’evoluzione dell’economia e dei mercati in conseguenza dell'epidemia Covid-19. In riferimento all’età, la categoria più a rischio è quella degli under 35 (il 73% del totale di classe). In riferimento al livello di istruzione, i più a rischio risultano i lavoratori con licenza media (il 70% del totale). “Come era facile prevedere – afferma il presidente di Legacoop Mauro Lusetti - l’impatto più pesante è arrivato sui ceti più fragili, esposti, precari, e ha creato disequilibri preoccupanti. Ora ne abbiamo la conferma”.

SOCIETA’ – Allarme per il Terzo Settore toscano. Un'indagine del Cesvot rivela che oltre il 70 per cento degli enti ha dovuto ridurre le proprie attività. Il 14,2 per cento ha chiuso. Tra le difficoltà maggiori ci sono quelle economiche: molte associazioni non hanno modo di finanziare neppure le spese ordinarie.

DIRITTI – La ricerca, bene fondamentale. "Tra i diritti umani da tenere sotto stretta osservazione affinché vengano protetti e promossi c'è anche quello alla scienza". È quanto sostengono Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni e Marco Perduca, coordinatore di Science for Democracy, dopo le dichiarazioni ampiamente condivisibili dell'ambasciatore Gian Lorenzo Cornado. Il rappresentante permanente d'Italia all'Onu aveva parlato della lotta al covid non solo come questione sanitaria globale ma in quanto sfida per i diritti umani, in particolare nei confronti di coloro che vivono in situazioni di maggiore vulnerabilità.

INTERNAZIONALE – Ai primi posti. Nella classifica mondiale sulle risposte statali al coronavirus primeggia un paese africano. Il servizio di Fabio Picccolino.

Secondo uno studio della rivista statunitense Foreign Policy, il Senegal è tra i migliori Paesi al mondo ad aver combattuto l’epidemia di coronavirus. Il rapporto si basa sulla  prevenzione dei contagi, la reazione da parte delle autorità, le condizioni del sistema sanitario, la rilevazione dei dati, e i rischi della propagazione del virus.  A determinare  positivamente questo risultato sono state la rapidità con cui si fanno i tamponi e le misure di prevenzione e la sensibilizzazione nei confronti della popolazione. L’epidemia di Ebola che ha colpito l’Africa occidentale tra il 2013 e 2016 ha fatto in modo che il Senegal reagisse con prontezza a questa nuova emergenza.

CULTURA - “Prenditi cura dell’Italia con noi”. È lo slogan della nuova campagna del Touring Club. Fino al 27 settembre è possibile donare al numero solidale 45590 per sostenere il progetto “Aperti per voi” e i volontari che garantiscono l’accessibilità di siti culturali altrimenti chiusi al pubblico.

SPORT – Camminare per guarire. Nel 2013, Andrea Spinelli ha ricevuto la diagnosi di un tumore inoperabile al pancreas, ha reagito con l’attività fisica e da quel giorno ha percorso 18 mila chilometri. Gli avevano dato 20 giorni di vita ma, dopo 19 mesi di chemio, l’ultima risonanza è andata bene. Il suo sistema immunitario con il movimento ottiene risposte positive e blocca le metastasi, un caso unico al mondo che sarà oggetto di studio.

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