Un progetto per l’Italia, condiviso da governo, sindacati e imprese, per impedire che il Paese “si sbricioli sotto i colpi di un processo di deindustrializzazione”. Questa la proposta lanciata, in un’intervista pubblicata oggi (lunedì 9 dicembre) sul quotidiano la Repubblica, dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Un progetto – spiega – per governare la transizione verso un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile, ma anche la trasformazione tecnologica in atto nel sistema produttivo”. Al centro ci dovrebbero essere “il lavoro, la qualità del lavoro e i diritti di chi lavora”.

Il segretario generale Cgil denuncia “l’aumento dell’insicurezza e della precarietà delle persone che per vivere devono lavorare”. Landini evidenzia che “cinquant'anni fa tutte le forze politiche, con l’astensione del Pci, votavano lo Statuto dei lavoratori. In questi anni, invece, hanno votato tutti per frantumare il diritto del lavoro. È successo questo: siamo passati dal lavoro tutelato e dignitoso a quello precario e allo sfruttamento degli appalti, dei subappalti, delle finte cooperative”. Da qui la domanda dell’uomo forte, come appena emerso dal rapporto Censis, che in gran parte “nasce dalla solitudine di chi lavora, o di chi non lo trova, di fronte a questi processi. Ma la risposta sta nel lavoro, nella qualità del lavoro, nella ricostruzione delle ragioni collettive e dell’agire comune”.

Nella lunga intervista Landini rilancia anche “la cancellazione del Jobs Act e il varo della Carta universale dei diritti, che riconosce stesse tutele e stessi diritti a tutti coloro che lavorano, a prescindere dal rapporto”. Per il leader sindacale è necessario “ricomporre la frantumazione del lavoro. E oggi siamo di fronte a due nuove sfide epocali: il cambio di paradigma produttivo con la rivoluzione digitale, e la domanda di un diverso modello di sviluppo compatibile con la difesa dell'ambiente. Entrambe stanno cambiando il modo di produrre e di lavorare. Non è un caso che siano le giovani generazioni a mobilitarsi perché è in gioco il loro futuro”. 

Riguardo la manovra finanziaria, Landini rivendica il taglio del cuneo fiscale per tre miliardi di euro come “un primo risultato delle mobilitazioni. E anche se apprezziamo il cambiamento di rotta di questo governo, in particolare sui temi fiscali, vanno conquistati altri punti”. Per il segretario generale Cgil “dobbiamo uscire dalle logiche emergenziali, affrontando i problemi a ridosso delle manovre economiche. Serve una visione comune che guardi al futuro del Paese: dal fisco alla pubblica amministrazione, dalla crisi dell'industria al welfare state. governo e parti sociali possono definire insieme gli obiettivi”. E riguardo la possibilità di un nuovo patto sociale, Landini così conclude: “Propongo di ricercare un progetto comune, un progetto condiviso per il Paese, in cui ciascuno faccia la sua parte e nel quale sia riconosciuta pari dignità tra lavoro e impresa”.