“Le multinazionali creano lavoro e lo distruggono e intanto le crisi sono sempre più incalzanti". Lo ha detto Nicola Ricci, segretario generale Cgil Campania, in occasione dell'incontro, promosso dal sindacato, sul tema del 'Mezzogiorno scelta obbligata! La Campania priorità nazionale', che si è svolto a Napoli, con la partecipazione del segretario generale Cgil, Maurizio Landini, del rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Gaetano Manfredi, e dell’economista già ministro, Claudio De Vincenti.

“Dati di Svimez e Bankitalia testimoniano che la Campania è la regione più povera, con più disoccupati – ha continuato il dirigente sindacale –; addirittura è dietro Calabria e Puglia per eccellenze e per dati non solo industriali, ma complessivamente economici. Di fronte alle multinazionali che non rispettano gli accordi, c’è una debolezza della politica, di fronte a trattati non rispettati. C’è il fatto che le multinazionali non hanno un freno. Quando Ferrero in Francia ha deciso di chiudere il sito. Macron scese in campo e in tre giorni si è risolta la crisi. Credo che il governo debba fare la sua parte e avere la stessa forza".

Le tante crisi industriali della Campania sono state al centro dell’iniziativa, moderata dalla giornalista di Repubblica Napoli, Tiziana Cozzi. Whirlpool, American Laundry, Comdata, Almaviva e Auchan: nella sala 'Gigante' del Grand Hotel Oriente, i lavoratori e le lavoratrici hanno raccontato le loro storie, lanciando un grido d’allarme alle istituzioni, alla politica e al sindacato.

“Occorre avere un'idea di politica industriale e di intervento che riguardi complessivamente l'insieme del Paese. Un'idea che da vent'anni non c’è. Noi stiamo chiedendo al governo di aprire un tavolo sugli investimenti, sul Mezzogiorno e la politica industriale". Queste, le parole del segretario generale Cgil, Maurizio Landini, durante il suo intervento conclusivo.

"I dati di Bankitalia sull'occupazione in calo in Campania? – si è chiesto il leader Cgil –. Siamo di fronte a un dato generale, non solo di una regione. Non c’è solo una distinzione tra Nord e sud, ma tra Italia ed Europa. Ci sono alcune zone di Liguria, Umbria e Piemonte, per le quali anche i recenti dati della Svimez indicano condizioni simili ad altre regioni, al di là delle posizioni geografiche in cui si collocano.

Ci sono i primi provvedimenti dentro la legge di Stabilità – ha aggiunto Landini –, come il famoso 34% che da anni rivendichiamo, indicato come l'elemento di novità da introdurre, che non è sufficiente, ma serve ad avere una politica industriale, un'idea d'intervento pubblico e rilancio degli investimenti, a partire dall'infrastruttura. Questo, il punto di fondo da cui partire. L'altro investimento grande da fare è quello sulla conoscenza e la formazione. Se vogliamo continuare ad essere un paese industriale, visto che siamo la seconda manifattura di Europa, bisogna che i settori strategici siano presidiati e difesi, se necessario, anche con l'intervento pubblico”.