Sviluppo, crescita e occupazione. Sono le tre priorità per il Paese contenute nel documento unitario per la legge di bilancio messo a punto da Cgil, Cisl e Uil e rese pubbliche con gli esecutivi unitari di stamattina (22 ottobre) a Roma.

Per la piattaforma dei sindacati “la prima leva dell'economia italiana per generare una crescita sostenuta, rinnovare il modello di sviluppo e creare nuova occupazione sono gli investimenti”. Cgil, Cisl e Uil ritengono infatti necessario programmare un graduale incremento degli investimenti pubblici fino al 6% del Pil, ma anche aprire una seria discussione in Europa per lo scomputo degli investimenti pubblici dal deficit.

È poi necessario apportare modifiche alla legge sul pareggio di bilancio degli enti locali, sviluppare le infrastrutture che devono rappresentare la priorità degli investimenti pubblici, anche per aumentare la produttività del sistema paese e diffondere la crescita in tutto il territorio. All'Italia serve insomma una nuova politica industriale che “garantisca anche un rafforzamento della contrattazione – a tutti i livelli – e un aumento dei salari, contenendo la povertà e riducendo le disuguaglianze”.

Quanto al fisco, nel paese “c'è un carico fiscale eccessivo sui redditi da lavoro dipendente e da pensioni e la manovra del governo non risponde alle esigenze dei lavoratori e dei pensionati. L'equità del sistema e la lotta all'evasione non si realizzano riproponendo il sistema dei condoni”, è il giudizio dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil credono sia giunto il tempo di una riforma complessiva del sistema “nel nome dell'equità e della progressività, necessaria anche per favorire lo sviluppo del paese a partire dalla lotta all'evasione fiscale”.

Per i sindacati occorre poi estendere il meccanismo della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo implementando meccanismi che consentano il versamento diretto dell'Iva con anticipi sulle altre imposte; ampliare il contrasto di interessi, attraverso l'introduzione di detrazioni per i servizi alle famiglie; rendere tracciabili tutti i pagamenti, attraverso l'utilizzo della moneta elettronica e portando a 1.000 euro il limite per il pagamento in contanti.

“Il governo arriva alla manovra senza averne mai discusso con nessuno. Apra dunque un confronto con le parti sociali. E  poi una esplicita richiesta: se non ci sarà il confronto, e in assenza di risposte, decideremo come reagire”. Così il leader Cgil, Susanna Camusso, nel corso degli esecutivi unitari. “La scelta di non confronto coincide spesso con il provare a negare l'esistenza della rappresentanza”, prosegue. “Il braccio di ferro in atto con l'Ue sulla manovra non serve”. È poi la convinzione di Camusso, secondo cui le tensione fra Roma e Bruxelles hanno “una grande ambiguità” per arrivare a dire che si può anche uscire dall'Europa. Camusso ha sostenuto che servirebbe una “azione diplomatica intelligente con altri paesi” per costruire nuove regole europee finalizzate alla crescita e allo sviluppo. La discussione – ha fatto notare il leader Cgil – è stata concentrata sul 2,4% e sullo sforamento dei parametri”.

Questo ha messo in evidenza “il problema del debito pubblico con i conseguenti interventi delle agenzie e le azioni della speculazione. Lo spread è aumentato – ha detto – e questo preoccupa per gli aspetti concreti che ha sui lavoratori e pensionati. Ma secondo Camusso bisognerebbe cambiare in Europa “le regole del gioco” e abbandonare definitivamente le politiche di austerità; il governo italiano non può però allargare i parametri senza indicare le prospettive di crescita del Paese.

Il progetto del governo di quota 100 sulle pensioni, invece, “è un punto di partenza fondamentale, ma non è aver cambiato la legge Fornero e tutte le ingiustizie”. La sindacalista osserva che su questo tema “c'è grande attesa”, ma mancano i temi delle “donne, lavori discontinui, giovani, tutti i temi che non sono affrontati”.