“Con una sentenza inequivocabile il Tar del Lazio accoglie pienamente il ricorso avviato mesi fa dal sindacato SinMeViCo contro l’Inps. Al centro, la decisione dell’istituto, guidato da Tito Boeri, d'individuare unilateralmente, nell’avvio della contrattazione per la stipula di una nuova convenzione dei medici di medicina fiscale, criteri di rappresentatività che si riferivano erroneamente ad aree contrattuali, come quelle della Medicina generale, che nulla hanno a che vedere con la Medicina fiscale. Una storia senza precedenti, quella avvenuta all'Inps, un errore che ha ritardato la convenzione di un anno”. A darne notizia, la Fp Cgil medici e il  SinMeViCo.

"Sin dall'avvio della contrattazione, abbiamo denunciato questo grave difetto nella rappresentatività, che, di fatto, escludeva dal tavolo alcune delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative della medicina fiscale. L’Inps ha sempre voluto dare peso al titolo di un atto d'indirizzo che erroneamente collocava la rappresentatività sindacale in un ambito, quello della medicina generale, che nulla ha a che vedere con la Medicina fiscale”, sostiene Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici.

“Sin dal primo giorno di contrattazione, nell’evidenza dell’errore commesso, abbiamo sempre rappresentato, insieme a Sinmevico, la necessità d'individuare in via prioritaria criteri di rappresentatività specifici per una nuova convenzione, ma Inps e ministeri competenti non hanno voluto darci ascolto. Finalmente la sentenza del Tar ci dà ragione e restituisce la contrattazione ai veri rappresentanti dei medici fiscali”, continua il dirigente sindacale.

La sentenza del Tar Lazio, sezione terza bis, con la decisione n. 9972/29018, pubblicata in data 15 ottobre 2018, ha sancìto il comportamento illegittimo tenuto dall’Inps nella stipula delle convenzioni a norma dell’articolo 17, comma 1, lett. L. della legge 124 del 2015: ‘La rubrica del decreto del 2 agosto 2017 - si legge sulla sentenza - non può che essere considerato un mero errore materiale, posto che la rubrica contrasta con il chiaro contenuto dello stesso decreto ministeriale. Pertanto, alla stipulazione delle convenzioni devono partecipare le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative della categoria dei medici fiscali, anche se occorre individuare sia le organizzazioni sindacali che il decreto dal quale desumere la rappresentatività’.

Fp Cgil Medici e Sin.Me.Vi.Co, spiegano, “avevano ragione quando suggerivano, inascoltati, la necessità di risolvere in via  preliminare il problema della rappresentatività sindacale che, in assenza di un regolamento concordato in tema di relazioni sindacali, non poteva che seguire in via transitoria un criterio paritario al di là delle interpretazioni approssimative che Inps ha voluto perseguire”.

La scelta di ricorrere al Tar, con il ricorso patrocinato dagli avvocati Michele Bonetti, Delia Santi e Silvia Antonellis, “è stata una scelta obbligata – spiega Cesidio Di Luzio, di SinMeViCo –, ma anche doverosa, in quanto non è più accettabile un atteggiamento così ostile nei confronti di una categoria di lavoratori, che ormai da troppo tempo non trova alcuna tutela da parte dell’Istituto. Il giudice amministrativo ha censurato in ogni suo aspetto l’azione dell’Inps in maniera inequivocabile, sancendo l’inefficacia di quanto sino ad oggi fatto. L’Inps non potrà che prendere atto di quanto statuito dal Tar e ci auguriamo che venga ristabilito il dibattito sindacale immediatamente, senza ulteriori perdite di tempo”.

“Quanto accaduto in sede sindacale – conclude il sindacalista –, è caratterizzato da una particolare gravità in quanto l’Inps, nonostante le numerose segnalazioni, ha scelto deliberatamente di escludere le sigle sindacali rappresentative dei medici fiscali dalla contrattazione, tramite una scelta del tutto arbitraria e che oltretutto ci ha fatto perdere numeroso tempo. Si rende ora necessaria un'immediata convocazione di un nuovo tavolo, per rimediare a una situazione incresciosa e che ci ha fatto perdere troppo tempo prezioso”. I legali Bonetti, Santi e Antonellis hanno già inoltrato una diffida all’Inps, al fine di riattivare il tavolo di contrattazione per l'individuazione dei criteri di rappresentatività, in conformità con quanto recita la sentenza del Tar.