“Salvare vite non è un reato ma un dovere, così come accogliere e ricercare ogni possibile  soluzione ai fenomeni migratori che richiedono un impegno condiviso fra tutti, partendo dai territori più piccoli come la Sardegna fino al resto d’Italia e dei Paesi Europei”: così il responsabile del dipartimento Immigrazione Cgil regionale e di Cagliari Nicola Cabras ha spiegato le ragioni dell’adesione della Cgil alla campagna europea “Welcoming Europe, per un’Europa che accoglie”. Se ne parlerà domani (28 giugno) dalle 16 nel salone della Cgil di Cagliari (in viale Monastir 15), con i rappresentanti delle oltre trenta associazioni che fanno già parte della rete di organizzazioni sarde impegnate nella raccolta firme con l’obiettivo di sollecitare la Commissione europea a presentare un atto legislativo per la decriminalizzazione dell’accoglienza e il rispetto dei diritti umani.

La campagna prevede la raccolta di un milione di firme di cittadini europei in 12 mesi e in almeno 7 Paesi membri. “In ben 12 Paesi dell’Unione Europea distribuire alimenti e bevande, dare un passaggio, comprare un biglietto o ospitare un migrante sono comportamenti per cui è possibile ricevere una multa o addirittura essere arrestati dalle autorità” spiegano gli organizzatori aggiungendo che “punire questi comportamenti significa punire l’aiuto umanitario e riconoscere il reato di solidarietà”.  Fra gli obiettivi della rete la diffusione di un dato oggettivo che, purtroppo, oggi non tutti riconoscono: l’accoglienza e l’aiuto umanitario non generano nessuna discriminazione tra persone migranti e cittadini in difficoltà.

“L’accoglienza – ha detto Nicola Cabras - può rappresentare una opportunità ed è un valore che tutti i Paesi dell’Unione Europea devono praticare e condividere perché la risposta al fenomeno migratorio non può essere la chiusura delle frontiere o la ricerca di soluzioni egoistiche sovraniste che nulla hanno a che vedere con i principi umanitari sui quali si ispira la convivenza civile tra i popoli, sia in Italia che nel resto dell’Ue”.