A Milano e provincia sarà sciopero sulla sicurezza, venerdì 19 gennaio, accompagnato da una manifestazione che si snoderà per le vie della città. Lo hanno proclamato unitariamente Fim, Fiom e Uilm dopo l'incidente mortale alla Lamina spa, nel quale hanno perso la vita tre lavoratori il 16 gennaio. 

"In Lombardia, nei primi nove mesi del 2017 gli incidenti mortali sono stati 94, Milano in testa con 29 decessi. Il drammatico pomeriggio del 16 gennaio alla Lamina spa, in cui tre lavoratori hanno perso la vita e un quarto versa in condizioni critiche all’ospedale, è l’ultima tragedia in ordine di tempo". È quanto hanno affermato oggi pomeriggio, al termine di una conferenza stampa, Christian Gambarelli, segretario generale Fim Milano metropoli, Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano, e Vittorio Sarti, segretario generale Uilm Milano e Monza, che hanno illustrato le motivazioni dello sciopero. 

"Non tocca a noi, ma agli organi preposti, ricostruire nei dettagli i fatti e individuare eventuali responsabilità - proseguono i sindacati -. Ma una cosa la sappiamo con certezza: in Italia capita troppo spesso di recarsi una mattina su luogo di lavoro e di non fare ritorno a casa. Non basta l’attenzione per qualche giorno e il cordoglio in occasione di una strage. Noi vogliamo di più. Vogliamo che la questione della salute e della sicurezza diventi una priorità di tutti, a partire ovviamente dalle imprese. Vogliamo azioni concrete per impedire, una volta per tutte, che sul lavoro si perda la vita".

La giornata
“Non si può continuare a morire. Gli ispettori sono sotto organico e depotenziati
. Bisogna cambiare logica e pensare alla prevenzione degli incidenti. Su questo dovrebbero interrogarsi tutti, anche la politica”. Così il segretario confederale Cgil Maurizio Landini, commentando stamani (mercoledì 17 gennaio) il terribile incidente sul lavoro che si è verificato nel pomeriggio di martedì 17 a Milano, presso l’azienda di acciaio e materiali ferrosi “Lamina” (in via Rho). Tre operai hanno perso la vita in seguito a esalazioni tossiche durante le operazioni di pulizia di un forno interrato a due metri di profondità. Altri tre lavoratori sono rimasti intossicati, e uno di questi versa in gravissime condizioni.

“Sugli infortuni sul lavoro è possibile invertire la tendenza, ma servono più investimenti e più ispettori del lavoro” spiega Landini. “La salute e la sicurezza dei lavoratori non devono più essere considerate un costo, ma un investimento sulla qualità del lavoro” aggiunge il segretario confederale Cgil: “Ci si riempie la bocca sulle potenzialità delle innovazioni tecnologiche, mentre in realtà siamo in presenza di una cultura inadeguata”. Landini, infine, ha anche sottolineato che “in questi anni, nonostante il calo delle ore lavorate, gli incidenti e le morti sul lavoro sono aumentate. Bisogna evitare che questo avvenga ancora”.

Sull’incidente la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo plurimo, anche se per ora “non ci sono ancora evidenze investigative – hanno spiegato procuratore e pm – tali da poter dire cosa non abbia funzionato”. L’azienda, specializzata nella produzione per la laminazione a freddo di nastri di alta precisione di acciaio e titanio, è stata posta sotto sequestro. A morire per le esalazioni sono stati Marco Santamaria (43 anni), Giuseppe Setzu (59 anni) e Arrigo Barbieri (58 anni), mentre in condizioni critiche è Giancarlo Barbieri (62 anni), fratello maggiore di Arrigo. Ricoverati in codice giallo, ma in via di miglioramento, sono i due colleghi che hanno dato l’allarme: Alfonso Giocondo (48 anni) e Giampiero Costantino (45 anni).

“Conosciamo bene quest’azienda che, a quanto ci dicono i lavoratori, è attenta alla prevenzione. Ma quello che è successo è ancora tutto da capire e lo accerterà la giustizia”. Lo dice la segretaria generale della Fiom Cgil di Milano, Roberta Turi, ai microfoni di RadioArticolo1, annunciando anche la conferenza stampa di oggi (mercoledì 17 gennaio) a Milano, alle ore 14.30 presso la Camera del lavoro, assieme a Christian Gambarelli (segretario generale Fim Cisl Milano Metropoli) e Vittorio Sarti (segretario generale Uilm Uil Milano e Monza). “Se saranno accertate responsabilità, noi ci costituiremo subito parte civile nel processo” riprende Turi: “Il problema vero di questa tragedia, però, è che rappresenta una situazione generalizzata. C'è stato ed è in corso un aumento degli incidenti e dei morti sul lavoro in questo Paese. Noi vogliamo che la politica agisca su questo tema, perché oltre le solite dichiarazioni di facciata e le lacrime di coccodrillo, servono fatti concreti”.

Roberta Turi rimarca come “troppo spesso si tagli sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Ma se si continua a tagliare e le produzioni ripartono, l'aumento degli infortuni è inevitabile. Sono passati dieci anni e mancano ancora i decreti attuativi del Testo unico sulla sicurezza, che viene generalmente considerato un buon testo”. La segretaria generale della Fiom milanese conclude evidenziando la “necessità di investimenti maggiori su questo capitolo, perché c'è un problema di competizione spietata tra aziende che per risparmiare tagliano sulla sicurezza. Ma la sicurezza è un costo che va necessariamente affrontato”.

“Ci auguriamo che gli organi competenti possano, nel più breve tempo possibile, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità. Ma è indubbio che la tragicità dell’evento non può non porre grandi interrogativi sul rispetto delle misure di sicurezza previste per il tipo di lavorazione”. A dirlo è una nota della Cgil e della Fiom Cgil nazionale: “Un altro gravissimo infortunio sul lavoro ripropone la drammaticità del fenomeno nel nostro Paese, che in questo ultimo anno ha registrato una pericolosa inversione di tendenza”. Per Confederazione e categoria “il tema della sicurezza deve essere prioritario anche nella contrattazione, nel confronto con le associazioni datoriali e nell’attività istituzionale. Come sindacati continueremo a sostenere l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, per imporre il pieno rispetto di tutte le norme in materia sui luoghi di lavoro. Non può esistere crescita economica e sociale senza difendere e valorizzare il lavoro”.

Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è intervenuto sull'incidente. “È una tragedia terribile che non dovrebbe mai verificarsi. Sono vicino alle famiglie delle vittime e spero che i feriti possano presto riprendersi” si legge in una nota: “La legislazione italiana sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è considerata una buona legislazione e il sistema dei controlli interviene su 200 mila imprese ogni anno. Serve, però, anche un impegno permanente di tutti i soggetti interessati e una peculiare attenzione da parte degli imprenditori perché non dovrebbe mai accadere che un lavoratore perda la vita mentre svolge la sua attività”.

Ultimo aggiornamento: 17.01.2018, ore 17.18