“Sappiamo fin troppo bene quanto Ryanair sia ostile al dialogo con i sindacati: che sia scoppiato il caso ferie non ci sorprende per niente, quella è materia di negoziazione interna che nell’azienda irlandese è pari a zero. La gestione del personale doveva esplodere, prima o poi”. Così Marco Sala, segretario generale della Filt Cgil di Bergamo, commenta i gravi problemi di gestione dei voli che Ryanair vive in questi giorni. Per anni il sindacato ha tentato di avviare una trattativa sindacale e la stessa sindacalizzazione dei lavoratori di O’Leary nello scalo di Orio al Serio, così importante per il traffico della compagnia low cost.
 
“Pochissimi sono i piloti dipendenti diretti”, prosegue il sindacalista, ricordando i contatti avuti con diversi di loro, che sempre chiedevano discrezione, evitavano di tesserarsi, timorosi di perdere il posto. “Chi è iscritto al sindacato non è ben accetto in Ryanair. La compagnia attira piloti giovani che inquadra - si fa per dire - con contratti ‘a tratta’, pagati a ore o a voli. Ma attenzione, non tutte le low cost si comportano in questo modo: altre compagnie applicano la contrattazione aziendale, discutono con le organizzazioni sindacali e hanno piloti dipendenti a tutti gli effetti. Invece in Ryanair si lavora con contratti stipulati individualmente e sulla base di una normativa irlandese molto libera. Così, quando i lavoratori della compagnia irlandese vengono nei nostri uffici a chiedere spiegazioni è anche difficile dare risposte e soluzioni perché la normativa di riferimento non è italiana, anche per chi vola in Italia”.
 
Ora che vengono annunciati tagli di voli a centinaia e migliaia di persone restano a terra – secondo il dirgente sindacale –, è utile fare anche un’altra riflessione: “Rispetto al traffico dello scalo di Orio e all’impatto che l’aeroporto ha sulla città, spesso si punta il dito sul settore merci: ancora una volta, ricordiamo che sul totale dei 165 ‘movimenti’ quotidiani a Orio (cioè decolli e atterraggi - dato relativo al mese di luglio), meno di una ventina riguarda i cargo e di questi solo la metà è notturna. Ora, in questo frangente, mi pare davvero importante sottolineare che  il traffico merci dà lavoro a 800 persone, quasi tutte assunte in Dhl e Ups in maniera stabile, a tempo indeterminato, con stipendi, regole e tutele previste dai contratti nazionali. L’occupazione a zero tutele di Ryanair, invece, è tutt’altra cosa. Si tenga sempre in mente, quando si accusa il traffico merci di essere la causa di tutti i mali dello scalo”.