"L'operazione di fusione e di privatizzazione di Aeroporti di Puglia è a noi completamente sconosciuta, sia negli elementi portanti, sia nelle ricadute sul lavoro. Non possiamo apprendere di questa operazione in corso dagli organi di stampa. É necessario un momento di confronto preventivo per capire che idea ha la Regione Puglia del futuro di Aeroporti di Puglia, quale il piano industriale, se ce n'è uno, che determina una scelta piuttosto che un’altra, e i risvolti sul lavoro". Così la Cgil di Bari in un comunicato.

"Soprattutto ci chiediamo se non si stia prefigurando un futuro da colonia per un’azienda pubblica che ha un bilancio solido, ha avuto, nel corso di questi anni, uno sviluppo straordinario, ha infrastrutture di prim'ordine che tutta italia c'invidia, e si rischia di vedere gettato alle ortiche un lavoro di oltre dieci anni, che ha portato la nostra struttura ad internazionalizzarsi, ad aprire nuove rotte verso il mercato orientale e medio orientale e delle più importati città europee, in ossequio a un disegno che tutt'ora ci appare del tutto oscuro", prosegue il sindacato.

"I lavoratori sono allarmati perché non hanno notizie, e il ruolo delle rappresentanze sindacali non può funzionare così. Abbiamo chiesto un incontro con Michele Emiliano, ma, ad oggi, non abbiamo avuto nessuna risposta circa il modo più efficace possibile di governare i processi di cambiamento. In mancanza di risposte, metteremo in atto tutte le iniziative possibili, non esclusa la mobilitazione. L'handling, cioè l'assistenza a terra, non si regge, anche perché i costi superano i ricavi; quindi, la privatizzazione della sola infrastruttura (il gestore) comporterebbe ricadute pesanti sui lavoratori. E si perderebbe quel ruolo strategico che hanno ora gli aeroporti pugliesi", aggiunge la Cgil barese.

"Le nostre preoccupazioni non si limitano solo al destino dei lavoratori, ma siamo allarmati per quello che potrà succedere anche ai nostri tanti operatori economici che, grazie alla possibilità data di avere un hub a Bari e tanti collegamenti anche internazionali, abbiamo aperto la nostra realtà a nuovi mercati, nuove relazioni, nuovi rapporti. Non lasceremo passare operazioni oscure che riguardano l'aeroporto, e domani magari potranno riguardare l'acquedotto pugliese, come se si trattasse di aziendine di proprietà privata e non beni pubblici di fondamentale importanza per la nostra Regione, con una loro storia e con competenze riconosciute da tutti", conclude il sindacato.