"L'intesa sottoscritta oggi tra Confimi e Fim e Uilm non è rappresentativa né per le imprese né per i lavoratori e non costituisce un avanzamento nelle relazioni industriali". È quanto afferma Michela Spera, della  segreteria nazionale Fiom.

"La rappresentanza del gruppo è limitata solo ad alcune e poche aziende presenti in pochissime province; in quelle stesse imprese, la Fiom è largamente maggioritaria e la presenza di Fim e Uilm o è residuale o non c'è. Del resto, gli stessi lavoratori che sarebbero interessati a quest'intesa non hanno avuto alcuna informazione e nemmeno sapevano che c'era una trattativa in corso. Inoltre, si tratta di un'intesa al di fuori di ogni cornice confederale ed entra in contraddizione con il fatto che in queste stesse settimane Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un documento unitario sul sistema contrattuale", prosegue la dirigente sindacale.

"Quanto al merito, per quel che possiamo apprendere dai mezzi d'informazione, l'intesa non affronta il nodo dell'incremento strutturale dei minimi salariali e non si vede la necessità d'introdurre una nuova tipologia di lavoro, di fronte alla grande frammentazione già in atto, mentre sarebbe necessario semplificare il panorama e riunificare il lavoro. Infine, l'intesa tra Confimi, Fim e Uilm, risulta essere quanto mai inopportuna, alla luce delle iniziative unitarie dei metalmeccanici di tutta Italia e agli scioperi che Fim, Fiom e Uilm proclamano per la conquista del contratto nazionale di lavoro Federmeccanica", continua l'esponente Cgil.

Lo scorso 20 luglio, l'assemblea nazionale dei delegati Fiom delle piccole e medie imprese aderenti a Unionmeccanica-Confapi ha deciso di aprire, nei primi giorni di settembre, il confronto con la rappresentanza imprenditoriale per rinnovare il ccnl, preparando una piattaforma che verrà presentata in tutte le piccole e medie imprese, anche in quelle che si sono associate a Confimi", conclude la sindacalista.