Dopo la fiaccolata di venerdì sera per le vie del centro cittadino (fatta in contemporanea in tutte le principali città del Paese), dopo che da domenica 13 a Bologna sotto il ginkgo in Largo Respighi -nel giardino adiacente l'ufficio scolastico regionale e territoriale- ha preso il via lo sciopero della fame a staffetta di insegnanti, genitori e studenti (che continuerà fino al 13 giugno e che oggi vedrà la partecipazione anche del Segretario gen. della Camera del lavoro di Bologna Maurizio Lunghi), iniziano ad arrivare anche i primi dati sull'adesione dei docenti allo sciopero degli scrutini, indetto da tutti i sindacati della scuola (FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams).

"In attesa di conoscere il dato complessivo - scrivono i sindacati -, che si avrà al termine di tutte le giornate di scrutinio programmate nelle varie scuole, possiamo fin d'ora dire che si è trattato ovunque di un successo. Anche questa volta, dopo lo straordinario risultato dello sciopero unitario del 5 maggio scorso (che ha raggiunto adesioni più del 70% di adesioni, con punte del 90%), il popolo della scuola ha risposto in maniera compatta".

"In moltissime scuole secondarie di secondo grado il personale docente si è organizzato per riuscire ad ottenere il rinvio di tutti, o quasi tutti, gli scrutini programmati, è il caso degli istituti Aldrovandi-Rubbiani, Belluzzi-Fioravanti, Copernico, Galvani, Keynes, Laura Bassi, Manfredi-Tanari, Pier Crescenzi-Pacinotti, Sabin, Serpieri, Righi, Fermi".

"Anche in tante scuole primarie e secondarie di primo grado gli scrutini sono stati rinviati, per la massiccia adesione allo sciopero. È accaduto alle scuole Besta, Lavinia Fontana, Longhena, Guercino, Guinizelli, Irnerio, Panzini, Testoni-Fioravanti, San Matteo della Decima, Bombicci, Fortuzzi, Minerbio, Romagnoli ,San Marino di Bentivoglio , San Matteo della Decima, Scandellara, Pieve di Cento, Molinella".

"Si tratta dell'ennesimo chiaro ed inequivocabile segnale che il mondo della scuola manda al Governo. Si facciano le stabilizzazioni con decreto d'urgenza e si fermi immediatamente l'iter parlamentare della restante parte del ddl. Non si può riformare una Istituzione fondamentale come la Scuola, “organo costituzionale” come ebbe a definirla Piero Calamandrei, continuando a restare sordi alle giuste ed argomentate istanze del mondo della scuola".

"La scuola ha fame di ascolto, di risorse e di regole condivise. La Scuola è, e deve continuare ad essere, soprattutto una comunità educante, mentre quella del Governo, ormai è sempre più evidente a tutte e tutti: #nonèbuonascuola", conclude il sindacato.