Oggi (7/5) alle 14.00 i sindacati confederali (le categorie della conoscenza insieme ai segretari generali delle confederazioni) varcheranno la sede del Pd per l’incontro convocato in fretta e furia dopo il successo dello sciopero generale del 5 maggio. Lo spazio per discutere è stretto, perché alle 15.00 toccherà a Snals e Gilda. Renzi si è detto pronto all’ascolto, ma il sospetto è che i margini di manovra siani molto stretti. Del resto i sindacati, dopo una mobilitazione che ha toccato l’80 per cento di adesioni, terranno sicuramente la posta molto alta. I temi più caldi, dopo che le Commissioni hanno migliorato l’articolo 1 del ddl, sono sempre gli stessi: assunzione dei precari (i sindacati chiedono innanzitutto un decreto che le renda possibili da settembre) e i poteri del “preside-sindaco”, per usare un’espressione cara al sottosegretario Faraone. Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, ha più volte detto negli ultimi giorni che piccoli cambiamenti e operazioni di semplice maquillage non basteranno.

Come si legge in una nota della Flc Cgil, “il mondo della scuola si è espresso in modo chiaro e forte contro un progetto di riforma che non solo i lavoratori, ma anche studenti, famiglie e cittadini sentono lontano dai loro bisogni e dalle loro attese. Pretendere di riformare la scuola facendo a meno di ascoltarla è un atto di presunzione che non aiuta certo la scuola italiana a percorrere la strada della vera innovazione, di un cambiamento giusto, necessario e condiviso. Gli insegnanti hanno chiesto chiaramente di essere ascoltati”. I sindacati hanno anche sollecitato un incontro urgente alle commissioni Cultura di Camera e Senato – presidenti, capigruppo e relatori del ddl – al presidente del Consiglio (che non paretciperà all’incontro di oggi) e ai presidenti di Camera e Senato. Il senso è chiaro: un incontro in una sede di partito, seppure quello di maggioranza, non basta. “Il presidente del Senato, Grasso e la presidente della Camera, Boldrini – aggiunge la Flc – hanno espresso apertamente la loro disponibilità di ascolto. Lo stesso presidente del consiglio si è dichiarato pronto ad attivare il dialogo ed entrare nel merito.

In attesa dell'incontro di questo pomeriggio, la prima consultazione di ieri, quella avuta da Pd con la Rete degli studenti medi non è andata un granché bene.
"Abbiamo ribadito ai vertici del Pd i motivi alla base della nostra mobilitazione - dice Alberto Irone, portavoce della Rete - e posto ancora una volta sul piatto tutte le criticità del Ddl "buona scuola", le proposte e rivendicazioni che fin dall’inizio delle finte consultazioni del governo abbiamo avanzato". Richieste che Irone riassume così: "Rivedere l’articolo che trasforma la figura del preside in un manager; cancellare la norma sul 5X1000 e costituire un fondo nazionale e un’alternanza scuola lavoro di qualità e con tutele reali; riforma dei cicli fondata sul biennio unitario e legge nazionale sul diritto allo studio, unico strumento in grado di garantire l’istruzione dell’obbligo in un Paese in cui l’abbandono scolastico è sempre più alto". “Se governo e ministero, da cui attendiamo ancora una convocazione, non ascolteranno le nostre richieste – conclude Irone –, quella del 5 maggio sarà solo la prima di tante mobilitazioni".