Nuovi dati pubblicati in questi giorni dall’OCSE, in prossimità della giornata internazionale della donna, mostrano che in tutti i paesi europei e negli Stati Uniti le pensioni delle donne sono in media inferiori del 28% rispetto a quelle degli uomini.

Il divario tra donne e uomini è superiore al 40% in Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, è del 32% in Italia mentre in Estonia, Repubblica Slovacca e Danimarca è inferiore al 10%. In realtà il divario di genere è più elevato di quanto mostrino i dati OCSE, poiché le donne anziane che non ricevono affatto la pensione non sono incluse nel calcolo del gap pensionistico medio.

In tutti i paesi, infatti, le donne anziane hanno maggiori probabilità di aver lavorato a tempo parziale e di aver occupato posti di lavoro a più basso reddito, anche per mansioni analoghe, se non superiori, a quelle degli uomini.

Nella misura in cui le pensioni sono spesso legati ai salari, le differenze di carriera possono causare disparità profonde negli importi di pensioni erogate a fine attività lavorativa.

Inoltre, il fatto di essersi più spesso fatte carico della cura dei bambini o dei genitori durante la loro vita, fa sì che le donne anziane hanno meno contributi pensionistici e hanno quindi più probabilità di percepire il minimo legale, o di dover far ricorso al sistema di assistenza sociale.

Tuttavia, la pensione è solo il risultato finale di un divario di reddito di pensione tra uomini e donne, che dura durante tutto il ciclo di vita delle persone. La vera ragione risiede in decenni di disuguaglianza nella carriera e nello stipendio. Anche se oggi le donne giovani contribuiscono di più per la loro pensione, la parità di trattamento in termini di pensione rimane una sfida, considerati i divari retributivi persistenti e una distribuzione diseguale dei compiti tra i genitori.

Nonostante se ne discuta da decenni, il fatto è che i piani pensionistici non sono progettati per affrontare questi problemi e risolverli. L'OCSE ritiene necessario un approccio più globale, che riunisca la politica sociale, la famiglia e l'occupazione.

I nuovi dati dell’OCSE mostrano anche che, nel corso degli ultimi sei anni molte più donne hanno trascorso del tempo nel volontariato, ormai quasi alla pari con gli uomini. I maggiori incrementi di partecipazione delle donne al volontariato riguardano l'Italia, la Slovacchia, il Canada e l'Estonia. Il volontariato degli uomini si svolge molto spesso in associazioni sportive, mentre le donne dominano nel settore sociale e sanitario.