La proposta del contratto unico che arriva da Matteo Renzi “può essere la strada per ridurre la precarietà”. Lo afferma Maurizio Landini che in un'intervista a Repubblica precisa: “Dico sì” se “vuol dire cancellare una serie di forme contrattuali inutili che hanno soltanto precarizzato il mondo del lavoro”. Landini si chiede però “come possano stare insieme il piano per il lavoro di Renzi e le idee ottocentesche di Alfano”.

“Dico basta ai contratti di collaborazione, alle false partite Iva, al lavoro interinale, a quello a progetto. Bisogna guardare in faccia la realtà e smetterla di fingere - spiega il segretario Fiom -: sono contratti che non servono né alle imprese né ai lavoratori. Penso che Renzi voglia aprire una fase nuova”.

Nessuna rinuncia all'articolo 18, precisa il sindacalista: “Vorrei far notare, intanto, che tutti quei lavoratori precari non hanno né diritti né tutele. Aggiungo che l'articolo 18 è stato modificato e non ha creato più occupazione bensì più licenziamenti per ragioni economiche. Il contratto unico a tempo indeterminato avrebbe tutte le tutele, si tratterebbe solo di allungare il periodo di prova”. Di quanto “sarà oggetto della discussione. Servirà un periodo congruo durante il quale verificare gli interessi delle imprese e dei lavoratori”.

Con Renzi in ogni caso non c'è nessuno 'scambio': “Penso a problemi concreti - dice Landini -: alla precarietà, da una parte, che mina la vita delle persone; alla necessità, dall'altra, che i lavoratori possano scegliere il sindacato al quale iscriversi e dire la loro sugli accordi che li riguardano. E' un diritto di cittadinanza, non un interesse della Fiom”.