“I tribunali dicono che abbiamo diritto di rientrare anche se non firmiamo. Noi non abbiamo altro scopo che quello di ottenere dall'azienda impegni chiari sugli investimenti e sugli stabilimenti italiani. E di ottenere che venga ripristinata la democrazia in fabbrica. A Fim e Uilm chiediamo di non seguire l'azienda in una strategia della discriminazione che oggi colpisce noi, domani potrebbe colpire loro e in ogni caso colpisce i lavoratori”. Maurizio Landini, intervistato da Repubblica chiarisce di non avere intenzione di siglare gli accordi firmati dagli altri sindacati, visto che “in Fiat c'è un'altra sentenza che ha riconosciuto il nostro diritto ad essere rappresentati in fabbrica anche se non abbiamo firmato l'accordo. Il giudice di Bologna su questo è stato chiarissimo. E' la quinta sentenza in un anno e mezzo che punisce la Fiat per aver discriminato la Fiom. Anche il giudizio sui licenziamenti di Melfi lo dimostra”.

In questi giorni di proteste contro l'articolo 18 ci sono sindacalisti che dicono: “Non scioperate insieme alla Fiom”. Che cosa risponde, gli chiede il giornalista? “Rispondo che a giudicare dalla mobilitazione quegli appelli non vengono seguiti. In molte aziende i lavoratori protestano in modo unitario contro la proposta di modifica dell'articolo 18. La Uilm ha proclamato quattro ore di sciopero”.