“Una sentenza di altissimo valore, la certificazione più autorevole di condanna della politica di razzismo e xenofobia costruita negli anni dai governi di centro destra, che ha provocato dolori immensi ad esseri umani ed esposto l'Italia ad una ennesima figuraccia internazionale”. Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, commenta la sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha oggi condannato l'Italia per i respingimenti verso la Libia.

Per la dirigente sindacale la sentenza dimostra, “dopo le  innumerevoli denunce, nostre e della gran parte delle associazioni, e degli organismi sovranazionali, di come fosse inaccettabile  la pratica dei respingimenti: un modo indegno di calpestare i diritti umani. Ora quella politica è smontata e inabissata dal verdetto della Corte europea: il governo non si faccia intimidire dalle urla scomposte che vengono dai responsabili di quegli orrori, e operi concretamente per dare il segno di un concreto cambiamento”.

Secondo Lamonica, “è il momento di realizzare un'effettiva discontinuità nelle politiche sull'immigrazione a cominciare dalla revisione del trattato con la Libia, e dalla definizione di una legislazione sul diritto d'asilo che, seppur espressamente previsto dalla Costituzione, non è ancora patrimonio dell'ordinamento del nostro paese”.