Un incontro urgente con la Prada per risolvere la "grave situazione dei lavoratori che viene denunciata nell’azienda Desa". A chiederlo sono i segretari generali di Femca Cisl (Sergio Spiller), Filtea Cgil (Valeria Fedeli) e Uilta Uil (Pasquale Rossetti), ricordando che hanno già scritto all’azienda per “chiedere la piena e concreta attuazione del codice di condotta sottoscritto contrattualmente e del codice etico dell’azienda”. La richiesta di un nuovo incontro, spiegano le tre sigle, arriva dopo “le risposte insufficienti e il perdurare della denuncia di violazione dei diritti sindacali da parte di uno dei sindacati turchi, Deri Is”.

Proseguono Femca, Filtea e Uilta
: “Avendo sottoscritto un patto di collaborazione sin dal dicembre 2004 con Clean Clothes Campaign italiana per sostenere, estendere e verificare i diritti sociali dei lavoratori lungo tutte le filiere produttive e commerciali internazionali delle imprese Italiane”, il sindacato italiano si sente “pienamente impegnato al rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori in ogni paese del mondo”.

La Desa produce articoli di pelletteria per Prada, Mulberry, Louis Vuitton, Samsonite, Aspinals of London, Nicole Fahri e Luella. Secondo quanto denunciano i promotori della campagna "Abiti puliti", "orari di lavoro eccessivi, salari molto bassi e condizioni pessime sono la norma e da sei mesi l’azienda sta conducendo una campagna di intimidazione contro il sindacato che i lavoratori hanno organizzato per fare valere i propri diritti.Nell’aprile del 2008, centinaia di lavoratori della Desa hanno deciso di iscriversi al sindacato Deri Is. Da allora 44 sono stati licenziati e altri 50 sono stati obbligati a lasciare il sindacato".

I lavoratori, si legge sul sito di "Abiti puliti",
"stanno lottando e manifestando davanti ai cancelli della Desa nella zona industriale di Düzce per il loro legittimo diritto a organizzarsi, nonostante la repressione continua e gli arresti da parte della polizia locale. A Emine Arslan, una delle donne leader sindacali dello stabilimento Desa di Instanbul (Sefaköy), è stato offerto denaro per cessare le sue rivendicazioni verso Desa e le manifestazioni davanti alla fabbrica. In seguito al suo rifiuto, la sua famiglia è stata minacciata e alcune ore dopo sua figlia è scampata ad un tentativo di rapimento da parte di un uomo in moto".