da Rassegna sindacale "Non si può pensare di costruire la pace se non si mette al centro la condizione umana, la condizione delle persone. Non c'è pace quindi, se non vincono i principi dell'accoglienza, dell'integrazione e ovviamente della fratellanza". Con queste parole, pronunciate dal palco allestito a Santa Maria degli Angeli, ai piedi di Assisi, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha sintetizzato lo spirito di una Marcia della Pace quanto mai partecipata e viva, nonostante le condizioni meteo inizialmente sfavorevoli.  Più di 100mila persone, secondo i promotori, hanno sfilato da Perugia ad Assisi dando vita ad un serpentone colorato, lungo oltre 15 chilometri. E si può senz'altro dire che la Marcia 2018 sia stata più che mai una grande dimostrazione di solidarietà e fratellanza, contro ogni forma di razzismo, discriminazione e intolleranza. Una marcia che con il cuore è partita da Riace e ha attraversato tutto lo stivale, vista la presenza di gruppi, associazioni e tantissime scuole di ogni regione del paese. "La Scuola e lIstruzione pubblica rappresentano lunico antidoto per affrontare e superare le paure originate dalle difficoltà economiche ed alimentate dallincomprensione e dallostilità nei confronti di chi emigra nel nostro Paese", ha osservato in una nota la Flc Cgil, il sindacato dei lavoratori della conoscenza, presente insieme alle altre categorie del sindacato alla Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Presente per la prima volta al corteo ideato nel 1961 dal filosofo della non violenza Aldo Capitini, anche la Ces, il sindacato europeo. "Oggi è un giorno importante - ha detto, sfilando dietro allo striscione dei sindacati il segretario della Ces, Luca Visentini - perché questa straordinaria marcia per la pace e la fratellanza si intreccia con la Giornata mondiale per il lavoro dignitoso. Ed è evidente - ha proseguito - che pace, solidarietà e lavoro sono temi strettamente collegati. Perché è solo attraverso i diritti e la dignità del lavoro che si possono sconfiggere le spinte xenofobe e nazionaliste che stanno attraversando il continente".  Ma accanto ai lavoratori e ai tantissimi giovani non è mancato il contributo delle persone anziane, dei pensionati dello Spi Cgil, che hanno portato nella Marcia - in senso letterale - il loro bagaglio di esperienza, tante valige di cartone, come quelle di una volta, con la scritta: "Io emigro, loro emigrano, noi emigrammo". Perché spesso ci dimentichiamo che ciò che è oggi per gli altri è stato non molto tempo fa per noi. di Fabrizio Ricci