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In vista del Consiglio Europeo di domani, in cui si negozierà la proposta della Commissione Europea sul pacchetto di misure che riguardano il Recovery Plan, i segretari generali di Cgil Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo che venga recepito l’appello lanciato dalla Confederazione Europea dei Sindacati e rivolto a tutti i Capi di Governo dei paesi membri a sostegno del Recovery Plan. “La Ces - si legge nella lettera - invita i leader di ogni Paese membro a cogliere l’opportunità di cambiare rotta correggendo e accantonando le politiche di austerità degli ultimi anni e perseguendo la strada della crescita e dello sviluppo economico”. Per sostenere le sue proposte, la Ces lancia per oggi una mobilitazione europea. Per Landini, Furlan e Barbagallo, “le risorse europee e un rilancio del progetto europeo stesso sono cruciali anche per l'economia del nostro Paese” e, dunque, auspicano che i leader europei possano approvare il Recovery Plan.
Sulle prime pagine il gran rifiuto di Confindustria
"Imprese, attacco al governo”. È il titolo di apertura del Corriere della Sera. Il presidente Bonomi parla di gravi ritardi su debiti e liquidità. Conte ammette gli errori, ma si giustifica parlando delle carenze strutturali del nostro sistema economico. Due i commenti, quello di Francesco Giavazzi (“Ignorati i vincoli”) e quello di Francesco Verderami, “Rinviare logora”. Su Repubblica le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: meno vincoli sul lavoro a termine. I contratti sono 2,6 milioni. Il piano del Pd: prorogare oltre i 24 mesi quelli in scadenza. Malumori tra i Cinque Stelle, mentre il ministro spiega che non si potrà mantenere all’infinito il blocco dei licenziamenti. Necessario introdurre un sistema di incentivi alle imprese che non tagliano posti di lavoro. Confindustria intanto presenta il conto al governo. Stefano Folli parla del Parlamento umiliato. Anche l’apertura del Messaggero è dedicata agli attacchi di Bonomi: “Il conto delle imprese al governo”. Oltre alle dure critiche su cassa integrazione e aiuti alle aziende, la Confindustria chiede la restituzione di 3,4 miliardi di accise sull’energia. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha cercato ieri di sdrammatizzare (“Non ci prenderemo mica a cazzotti”, ha scherzato a Villa Panphili incontrando Bonomi) e invita le associazioni degli industriali a cercare di “volare più in alto”. Su La Stampa da segnalare un editoriale molto critico di Massimo Cacciari: “Demagogia come arte di governo”. Anche sul manifesto la notizia del presidente di Confindustria Bonomi che è andato a “batter cassa” a Villa Panphili, anche se la copertina del giornale diretto da Norma Rangeri è dedicata alla bocciatura della Corte dei Conti Ue del progetto Alta Velocità Torino-Lione: “Benifici ambientali sovrastimati, previsioni di traffico gonfiate, costi lievitati e ritardi infiniti”. Esultano i No Tav: disastro annunciato, “siamo in tempo per fermarlo”. Il commento sul manifesto è di Giudo Viale: “Finalmente bocciati il Tav e il partito del Pil” (p.15 da pagina 1). Da segnalare, sempre a proposito di Confindustria, il commento di Roberto Mania sulle reali intenzioni del nuovo presidente: “La terza via degli imprenditori al’opposizione. Invocano la “democrazia negoziale” (a pagina 4)
E’ un paradosso, ma sulle posizioni di Confindustria, non possiamo invece illustrarvi la prima pagina del Sole 24 Ore semplicemente perché non compare in rassegna stampa. Ieri il sito del Sole 24 Ore non è stato aggiornato proprio nel giorno in cui il presidente di Confindustria Carlo Bonomi sfilava agli Stati generali dell’economia dopo aver attaccato il governo parlando di “politica dello struzzo” e “mancanza di visione sulla fase 3”. E oggi il quotidiano non sarà in edicola. I giornalisti sono in sciopero contro la richiesta – presentata ieri dall’azienda come da attese – di un taglio del 25% della retribuzione attraverso il ricorso alla cassa integrazione per Covid. Secondo il comitato di redazione (la rappresentanza sindacale dei giornalisti) è “inaccettabile sul piano sindacale e inapplicabile su quello organizzativo”.
In semilibertà i responsabili tedeschi dell’incendio Thyssenkrupp
Dal sito di Collettiva.it. La procura tedesca di Essen ha autorizzato un regime di semilibertà per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager di Thyssenkrupp ritenuti corresponsabili dell'incendio, che causò la morte di 7 operai a Torino, e condannati a 5 anni di carcere per omicidio e incendio colposo. I due dirigenti erano stati condannati per omicidio e incendio colposo, la notizia della semilibertà è arrivata ieri alla procura generale di Torino. È previsto che i due condannati scontino la pena con il cosiddetto 'offener Vollzug', quindi sono detenuti in un penitenziario, ma possono lasciarlo ogni giorno per andare a lavorare e devono tornare la sera. Entro un mese dovrebbe invece partire per entrambi l'esecuzione della pena, secondo quanto riferiscono fonti di stampa tedesche. "Ci incateneremo a Roma. Andremo a Essen. Qualcosa faremo. Devono dirci come è possibile questa cosa", è stato il primo commento di Rosina Platì, mamma di una delle sette vittime del rogo. "Stasera - prosegue la donna - volevamo festeggiare, ma in qualche modo sentivamo che sarebbe arrivata una notizia di questo genere. Adesso basta: ci devono spiegare cos’è successo". "Hanno giocato troppo con noi - conclude - e non ci fidiamo più di nessuno". "Sono basito. Devono ancora inventare un aggettivo per esprimere le sensazioni che sto provando ora. La notizia è inattesa quanto vergognosa", afferma invece Antonio Boccuzzi, l'operaio della Thyssenkrupp sopravvissuto all'incendio. L’incidente risale al 6 dicembre 2007, quando divampò nell'acciaieria uccidendo sette lavoratori. L'inchiesta puntò il dito sulle gravi lacune della sicurezza dello stabilimento, che era in via di dismissione per il trasferimento degli impianti a Terni.
Il coronavirus torna a far paura in Cina
Su Repubblica Pechino si blinda contro i nuovi possibili contagi da coronavirus (alle pagine 12 e 13). Pechino è già isolata dal resto della Cina perché la nuova ondata di contagi fa paura. Il focolaio è spuntato al mercato di Xinfadi e ha prodotto martedì altri 27 casi, il totale è salito a 137. Ridotti i voli aerei e i treni in partenza dalla capitale. Centomila persone sono di nuovo chiuse in casa. Anche sulla prima pagina del Corriere della Sera si parla di una Pechino blindata, con controlli di massa e stop ai voli. Parlano gli esperti: dalla nuova possibile ondata ci si difende con più test (Laura Cuppini e Guido Santevecchi, alle pagine 12 e 13). Il Messaggero dedica il suo editoriale di oggi al tema: “Offensiva post Covid, la miccia della Cina”. Lo firma Vittorio E.Parsi, che analizza gli ultimi conflitti tra Cina e India all’interno del quadro globale della nuova guerra fredda con gli Usa. “…I cinesi - scrive tra le altre cose Parsi - continuano a puntare con decisione all'egemonia continentale, gli americani continuano a contrastarla. Su questo sfondo ci si muove come un carico male assicurato su una nave che solchi acque tempestose: provocando continui "sbilanciamenti", nei quali persino gli attori minori della regione vedono finestre di opportunità per rafforzare la propria posizione o ribadire i propri interessi. Così, ad esempio, due giorni fa la Corea del Nord ha provato a riproporre a entrambi i contendenti la propria centralità (a uno come alleato, all'altro come problema), perché dalla fuoriuscita della questione coreana dalle agende di Washington e Pechino il regime di Kim ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Pensare che in uno scenario tanto instabile, i rapporti tra Cina e India potessero restare quieti era evidentemente un'ingenuità.
Vertenze e mobilitazioni dei lavoratori in Italia
Oggi, a partire dalle ore 21 si terrà la prima assemblea nazionale online delle lavoratrici e dei lavoratori delle farmacie organizzata dalla Filcams Cgil nazionale. L’assemblea, al momento con più di 600 iscritti, sarà trasmessa in streaming sul canale youtube della Filcams Cgil . In questi ultimi mesi di emergenza sanitaria – spiega la Filcams - tutti i lavoratori del settore hanno continuato a lavorare in condizioni difficili per continuare a garantire il servizio territoriale essenziale di dispensazione ai cittadini di farmaci e dispositivi medici e i contratti nazionali delle farmacie sono scaduti da troppo tempo. Oltre allo scarso riconoscimento economico dell’impegno e del valore dell’attività professionale svolta, anche il livello di tutela dal rischio contagio non è stato uniformemente garantito a chi lavora nelle farmacie. Federfarma nazionale non ha voluto condividere con le Organizzazioni Sindacali un Protocollo di settore su Salute e Sicurezza sul lavoro durante l’epidemia a seguito dei Protocolli generali che il Governo ha poi recepito nei Dpcm, nonostante la tempestiva richiesta e l’invio di una proposta unitaria delle organizzazioni sindacali, sebbene l’Inail abbia classificato nel suo documento tecnico le farmacie come luoghi di lavoro ad alto rischio di contagio degli operatori anche nella cosiddetta fase due.
Intanto i metalmeccanici stanno promuovendo vari confronti politici sul futuro del settore dell’automotive. Ieri una delegazione della Fiom, composta dal segretario nazionale Michele De Palma, dal coordinatore nazionale Simone Marinelli, da Pierluigi De Filippis e Andrea Di Traglia della Fca Cassino, da Matteo Moretti della GKN Firenze e da Andrea Brunetti della Fiom Firenze, ha incontrato il gruppo di Liberi e Uguali alla presenza di Federico Fornaro, Nicola Fratoianni, Guglielmo Epifani nell’ambito di una serie di confronti in programma con le forze politiche e parlamentari sul documento inviato al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti sulla crisi industriale che attraversa il settore della mobilità e dell’automotive”. “È stato positivo questo primo confronto con LEU che continuerà nelle prossime settimane. E nei prossimi giorni la Fiom terrà incontri con gli altri partiti e gruppi parlamentari. Abbiamo convenuto sulla necessità dell'apertura di un confronto serio con i produttori e gli assemblatori finali, c’è bisogno di investimenti e strategie per il futuro. Le immatricolazioni di autoveicoli sono sostanzialmente al palo registrando un meno 97% ad aprile e 56.8% a maggio, nella maggioranza dei centri di ricerca e sviluppo, negli stabilimenti di assemblaggio, come quelli di Fca del polo torinese, di Cassino, di Pomigliano e nelle aziende che lavorano nella filiera della componentistica, come Marelli, è in corso l'utilizzo degli ammortizzatori sociali”. Lo hanno spiegato Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Simone Marinelli, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil.
La battaglia degli ammortizzatori sociali
Sui temi del lavoro e dell’occupazione da segnalare su Repubblica l’interessante approfondimento di Valentina Conte sull’aumento dei disoccupati tra i lavoratori a termine. Erano tre milioni a fine 2019, in aprile sono scesi a 2,6 milioni. Valgono due terzi della minore occupazione registrata con la crisi. Interessante anche sul Corriere della Sera l’approfondimento di Lorenzo Salvia sugli ammortizzatori sociali. “Cassa integrazione, corsa a ostacoli, oltre un milione senza”. Dipendenti e autonomi, la fotografia di quanto e come sono stati raggiunti dalle misure del governo (a pagina 5). Sulla questione degli ammortizzatori sociali erano intervenuti nei giorni scorsi i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil Tania Scacchetti, Luigi Sbarra e Ivana Veronese, che hanno inviato al Ministro del Lavoro e al Presidente dell’Inps una lettera con la quale rappresentano le proprie preoccupazioni sull’efficacia e sulla durata degli interventi di Cigo, Assegno Ordinario e Cig in deroga. “È necessario, prima di tutto, conoscere con certezza lo stato reale delle liquidazioni dei pagamenti dei trattamenti ‘Covid’ – scrivono i segretari – ma soprattutto è necessario dare una accelerazione effettiva alle erogazioni dei trattamenti che consenta ai troppi lavoratori ancora in attesa di vedersi accreditati gli importi in tempi brevissimi”. “Infatti – spiegano Scacchetti, Sbarra e Veronese – la difficile situazione economica che sta investendo tutti i nostri settori produttivi e dei servizi continuerà ancora per molti mesi e, senza adeguati strumenti di sostegno al reddito, l’emergenza sanitaria rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale”.
Caso Regeni. Il ministro Di Maio scrive al Cairo
La Repubblica, che sta facendo una campagna quotidiana sul caso Regeni dopo le notizie della vendita delle fregate militari all’Egitto, propone oggi la lettera del ministro Luigi Di Maio al governo egiziano: “Fateci processare gli assassini di Regeni” . Servizi di Cuzzocrea e Foschini a pagina 6. Ancora più in evidenza la lettera di Di Maio su La Stampa che dedica all’argomento la sua apertura: “Di Maio: Verità su Regeni, il tempo dell’attesa è finito”. Il ministro Di Maio ha scritto al suo omologo degli Esteri egiziano Shoukry. “Ora esigiamo risposte”. Oggi l’audizione del premier Conte in Commissione: si chiede il via libera per il processo dal primo luglio. L’ira del presidente della Camera, Fico, per la storia delle commesse militari (servizi alle pagine 2 e 3). Sul manifesto scrive Daniela Preziosi: “Conte in Commissione, Zingaretti: niente scambi” (a pagina 2)
Le associazioni pacifiste si mobilitano contro l’annessione dei territori palestinesi
L'annunciata decisione da parte del nuovo governo israeliano di procedere con l'annessione di parte dei territori palestinesi, impone a tutti coloro che hanno a cuore il processo di pace giusta tra Palestina ed Israele, di prendere posizione e mobilitarsi contro questo atto che, se confermato, rappresenta la fine delle speranze per il popolo palestinese di avere riconosciuto il proprio diritto ad uno stato libero, autonomo ed indipendente. Ora, su richiesta della Comunità Palestinese in Italia, abbiamo deciso di aderire, congiuntamente, come Rete della Pace e Rete Italiana Disarmo, alla mobilitazione convocata per il prossimo 27 giugno in diverse città italiane: Roma, Milano, Napoli, Bari, per ribadire il NO all'Annessione dei territori palestinesi e richiedere l'urgenza del riconoscimento dello stato di Palestina da parte del governo italiano, dell'Europa e dei paesi membri. Per le adesioni, pregasi inviare direttamente la comunicazione al seguente indirizzo mail: y_salman@tiscali.it
“Aiuta chi ci aiuta”. Prosegue la campagna di Cgil, Cisl, Uil
La sottoscrizione lanciata da Cgil, Cisl, Uil, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere i reparti di terapia intensiva ha raggiunto oggi la somma complessiva di 1 milione e 900 mila euro che sono già stati devoluti alla protezione civile. È quanto sottolineano in una nota i Segretari organizzativi di Cgil, Cisl, Uil, Nino Baseotto, Giorgio Graziani, Pierpaolo Bombardieri. “Siamo molto soddisfatti. È un risultato molto importante che testimonia la solidarietà concreta da parte di tanti lavoratori e pensionati italiani. Abbiamo raccolto in queste ultime settimane 900 mila euro che si aggiungono al milione di euro già versato alla Protezione Civile. Ma la nostra sottoscrizione proseguirà ancora per sostenere il lavoro di tanti medici ed operatori sanitari impegnati nella lotta contro il Coronavirus“.I versamenti vanno fatti sul conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta.Agenda degli appuntamentiPer un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: https://www.collettiva.it/agenda/