La protesta continua. Oggi è stata la volta di Firenze, Bologna e Milano, dove migliaia di studenti della scuola e dell’università sono scesi in piazza per manifestare contro la riforma Gelmini e i tagli del governo alla ricerca. A Roma, una delegazione di studenti ha incontrato alla Sapienza il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, consegnandogli una lettera in cui si chiede al Capo dello Stato di “prendere posizione, affinché il carattere pubblico della formazione non venga definitivamente dimesso”. Assicurando che “l’università è una priorità del paese”, Napolitano ha ribadito che la propria funzione ‘‘non è politica”, promettendo comunque di rispondere ai ragazzi, secondo quanto riferito dal rettore Frati, “nei modi consentiti, con la sua responsabilità morale”.


GUARDA LA FOTOGALLERIA DELLA MANIFESTAZIONE A FIRENZE
Tensione a Milano, dove in piazza Cadorna si sono verificati scontri tra forze dell’ordine e universitari, arrivati con un corteo non autorizzato per bloccare i binari della stazione. Dopo i tafferugli, conclusi con tre studenti contusi e altrettanti feriti, i manifestanti hanno poi bloccato il traffico, improvvisando un’assemblea e fissando le date della mobilitazione per i prossimi giorni, a partire dall’adesione allo sciopero del 30 ottobre della scuola. “Continueremo così con cortei improvvisati, lezioni all’aperto, occupazioni estemporanee”, spiegano dal Collettivo di Scienze politiche.

A Firenze hanno sfilato in 60 mila, ed è stata la più grande manifestazione del settore scuola mai vista nel capoluogo toscano. La mobilitazione era stata indetta da Flc Cgil, Cisl Università, Fir Cisl, Uil Pa Ur regionali, organizzata insieme alle rappresentanze degli studenti universitari. Tra gli slogan, richieste d’investimenti in cultura e ricerca e di stabilità per i precari. “Con questa riforma a scuola non si torna”, hanno urlato in continuazione i ragazzi per le vie della città.

Un centinaio di studenti ha fatto irruzione nel rettorato dell’università di Bologna, occupando simbolicamente il primo binario della stazione. E ancora, lezioni a singhiozzo in molte scuole superiori e occupazioni in altre a Trieste; occupati istituti superiori della Capitale dove da oggi fino a giovedì gli insegnanti del I circolo didattico Pietro Maffi simuleranno il modello Gelmini: maestri unici nelle classi con orario ridotto (8.30-12.30). A Palermo, dopo il grande corteo di ieri, una nuova manifestazione ha attraversato le strade della città dopo le assemblee organizzate in tutte le facoltà del capoluogo siciliano. A Genova lezioni di Lettere in strada. Infine, autogestioni e manifestazione a Napoli e, nel pomeriggio, assemblea permanente nella facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II: all’ordine del giorno il blocco della didattica.