Il capo dello stato, Giorgio Napolitano, ha speso parole importanti in difesa degli immigrati e per l’integrazione. Parlando nel corso di una cerimonia al Quirinale, la mattina del 13 novembre, il presidente della Repubblica ha esortato: “Debbono cadere vecchi pregiudizi, occorre un clima di apertura e apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani. In un clima siffatto possono avere successo le politiche volte a stabilire regole e a rendere possibile non solo la piu' feconda e pacifica convivenza con gli stranieri, ma anche l'accoglimento di un numero crescente di nuovi cittadini”.

Parole che saranno suonate come tutt’altro che formali alle orecchie del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, presente alla cerimonia e capofila della Lega, il partito che il 12 novembre scorso ha presentato una serie di emendamenti al disegno di legge sulla sicurezza che inaspriscono le condizioni di vita degli immigrati in Italia (vedi sotto).

Napolitano ha accolto con un simbolico 'abbraccio festoso delle istituzioni' una rappresentanza dei nuovi cittadini italiani, dei 39 mila che hanno ottenuto la cittadinanza nel 2007. 'Questo afflusso di nuove energie da ogni parte del mondo, radicatesi nel nostro paese e' un fattore di freschezza e di forza per la nazione italiana', ha detto sottolineando che l'afflusso negli ultimi dieci anni e' piu' che triplicato e pone un problema di 'migliore inserimento' sociale e allo stesso tempo il problema di 'trarne nuova linfa per rafforzare la popolazione italiana, arricchendola di apporti validi e di elementi preziosi di dinamismo'.

Il capo dello Stato ha invitato a 'procedere decisamente in questa direzione', come hanno fatto altri paesi quali Inghilterra, Francia, Germania. Gli immigrati ha sottolineato, sono 'una componente non trascurabile del peso di ciascun paese nei confronti internazionali'. Il problema, ha aggiunto, deve essere affrontato 'con serieta', evitando innesti frettolosi che si rivelerebbero artificiali e fragili. Vogliamo - ha detto - accogliere nuovi cittadini consapevoli che siano riconosciuti e si affermano come tali. Il punto di partenza e' una presa di coscienza collettiva del carattere non temporaneo che ha il fenomeno dell'immigrazione in Italia e dunque della necessita' di trarne le naturali conseguenze sul piano dello sviluppo delle politiche d'integrazione e anche sul piano delle norme e delle prassi per il conferimento della cittadinanza'. Occorre che la presa di coscienza, ha concluso Napolitano, sia non solo delle istituzioni, ma 'dell'intera collettivita' nazionale' e quindi 'debbono cadere vecchi pregiudizi e creare un clima di apertura e apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani'.

Tra le prime reazioni, quella positiva del Vaticano, che tramite il cardinale Renato Raffaele Martino, apprezza le dichiarazioni di Napolitano. 'Non possiamo che apprezzare quello che ha detto il presidente Napolitano', ha osservato il card. Martino, parlando con i giornalisti della sala stampa vaticana: 'Gli immigrati non sono un peso. Certo, vengono per loro necessità, ma offrono anche il loro lavoro, la loro azione'.

Il giro di vite leghista
Stop ai flussi di immigrati, esclusione degli stranieri non regolarizzati dalle cure gratuite previste dal sistema sanitario narionale, obbligo di domicilio per i clochard. Gli emendamenti presentati al Senato dalla Lega, al ddl sicurezza, se approvati renderebbero impossibile la vita agli stranieri.
Il blocco del flusso degli immigrati sarebbe motivato, secondo la Lega, dalla crisi economica. I senatori del Carroccio propongono l'istituzione di un osservatorio sui flussi migratori, ma nel frattempo chiedono che ci sia uno stop all'ingresso degli extracomunitari in Italia almeno fino a quando la crisi continua a pesare sulle aziende.

Un altro emendamento leghista prevede poi che il Servizio sanitario nazionale non sia gratuito per gli immigrati che soggiornano in Italia illegalmente. Gli irregolari, per il Carroccio, dovrebbero pagare ogni prestazione, compresa quella del pronto soccorso. E sarebbe ripristinato, per i medici, l’obbligo di segnalazione alle autorità.