“È misera una politica che non si preoccupa dei poveri”. Questo il titolo del documento politico che l’Alleanza contro la povertà, di cui fa parte anche la Cgil, ha presentato ai partiti impegnati nella campagna elettorale, sottolineando che “nonostante il reddito di cittadinanza non sia una misura ancora perfetta, è comunque uno strumento fondamentale per contrastare la povertà in Italia, quindi va difeso, rafforzato e migliorato”.

Sono otto le proposte di modifica del reddito di cittadinanza avanzate dall'Alleanza. Rispetto ai requisiti di accesso e la presentazione della domanda, bisogna “partire col piede giusto, accompagnando le persone nella fase di presentazione della domanda presso i punti unici di accesso”. Per quanto riguarda la scala di equivalenza, quella attuale “penalizza le famiglie con più figli”, dunque “la soluzione coerente consiste nel fare uso della scala di equivalenza Isee”.

Capitolo stranieri: la norma attuale “prevede un vincolo discriminatorio per cui per essere beneficiari del reddito occorre essere residenti in Italia da dieci anni. Si tratta di portare tale vincolo sul più ragionevole livello dei due anni”. In merito al patrimonio mobiliare, per l’Alleanza “sarebbe importante allentare il vincolo aggiuntivo, prevedendo un innalzamento della soglia per includere coloro che sono poco sopra il margine o renderlo più flessibile”.

Rispetto alla presa in carico e alla gestione, secondo l'Alleanza bisognerebbe “reintrodurre l'analisi preliminare del nucleo beneficiario in modo da valutare adeguatamente i suoi bisogni multidimensionali, rivedendo il meccanismo automatico di selezione dei percorsi d’inserimento per migliorare la capacità d'intercettare il disagio sociale. Inoltre, è importante rafforzare la collaborazione e il coordinamento tra centri per l’impiego e servizi sociali territoriali”.

L’Alleanza interviene anche sui progetti utili alla collettività, che “dovrebbero essere resi volontari”, mentre sul fronte della riqualificazione “serve accogliere i nuovi profili a rischio di povertà: il sostegno economico deve essere una delle due gambe del reddito di cittadinanza, i servizi per favorire il ritorno al lavoro devono essere l'altra, tenendo conto della nuova platea di poveri”. Infine, rispetto all'in-work benefit, il reddito dovrebbe essere “amico dell'occupazione”, per la quale si dovrebbe “ridurre l'aliquota marginale (la 'tassazione') applicata al reddito da lavoro, abbassandola dal 100% fino al 60%, e aumentare il reddito”.