Finalmente qualcosa si muove. “La decisione di Biden di sospendere i brevetti sui vaccini contro il Covid è un fattore di cambiamento importantissimo che ha già suscitato un effetto domino su Ursula Von der Leyen, ma anche su singoli Paesi europei. Un fatto piuttosto incoraggiante dopo mesi di stallo”. Lo afferma Nicoletta Dentico, una dei maggiori esperti di salute globali, che da anni si batte affinché la salute, appunto, venga riconosciuta come bene comune.

Va avanti da mesi la mobilitazione internazionale, soprattutto da parte della società civile di diversi paesi, ma anche di alcuni governi come quelli di India e Sud Africa, per la sospensione dei brevetti sui vaccini insieme a farmaci e dispositivi medicali indispensabili a fronteggiare la pandemia. Fino ad oggi, però, in sede di Organizzazione mondiale del commercio, la mobilitazione è stata minoritaria. La presa di posizione degli Usa e le dichiarazioni che arrivano dall’Europa fanno sperare in cambio di rotta benché la Germania si sia, invece, dichiarata a favore del mantenimento dei brevetti.

E l’Italia? "I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali".  Questa l’affermazione del presidente del Consiglio Mario Draghi che non sembra essere una piena indicazione a favore della sospensione dei brevetti.  

La copertura vaccinale nel mondo, ben lontana dalla necessaria immunità di gruppo, è anche assai diversificata. L’India, ad esempio, uno dei maggiori produttori di sieri anti coronavirus, è però riuscita a somministrare due dosi solo il 2,19 della popolazione: gli stabilimenti sul suo territorio producono vaccini che non appartengono al Paese. E in quasi tutti i Paesi dell’Africa la copertura vaccinale non raggiunge l’1% della popolazione.

La risposta alla necessità di immunizzare la popolazione mondiale non può essere esclusivamente quella della solidarietà internazionale affidata al progetto Covax. Innanzitutto perché la salute, e quindi i vaccini, sono un diritto universale e come tale deve essere garantito a tutti e tutte. Poi perché la governance che sta dietro Covax non è affidata a organismi Internazionali quali Onu o Organizzazione mondiale della Sanità, ma a un partenariato pubblico privato, e gli interessi privati pesano molto. In ogni caso bene la solidarietà e anche Covax, ma il diritto alla salute è altra cosa.

L’Italia, allora, secondo Dentico, dovrebbe essere più nettamente schierata a favore della sospensione dei brevetti: “Chiediamo a Draghi di assumere subito una posizione più netta anche perché in questo momento lui non rappresenta solo il governo italiano ma la presidenza del G20. Il 21 di maggio a Roma ci sarà un summit sulla salute globale: quella può essere l’occasione per rappresentare una posizione condivisa a sostegno degli Usa, a sostegno della richiesta di 120 Paesi all’Organizzazione mondiale del commercio: sospendere i brevetti sui vaccini, sui farmaci e su tutti i dispositivi medici necessari a fronteggiare la pandemia”.

Questa è anche la richiesta del Comitato italiano per l'iniziativa dei cittadini europei “Right2cure-No profit on pandemic, di cui la Cgil è parte, vuole portare alla Commissione europea invitando i cittadini e le cittadine a sottoscrivere una Ice, una petizione europea, con la quale si afferma che non è accettabile nessun profitto sulla pandemia. Bisogna raccogliere un milione di firme nei diversi stati membri. Sottoscrivere è facile, si fa on line cliccando qui.