È necessario riparlare di pensioni subito, basta temporeggiamenti. È assurdo rimandare di nuovo il confronto del governo con le parti sociali sulle pensioni come sembra voler fare il governo Draghi e come ha già detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che parla genericamente di una convocazione delle parti sociali entro il mese di maggio. Cgil, Cisl, Uil non ci stanno e per sollecitare una risposta positiva dalla politica hanno deciso di rilanciare la mobilitazione. Se ne parlerà mercoledì 28 nella riunione di coordinamento nazionale delle strutture confederali Cgil in vista dell’appuntamento unitario del 4 maggio, giorno di un evento online, a cui parteciperanno i segretari generali Landini, Sbarra e Bombardieri, che avrà la massima diffusione tra tutte le strutture sindacali e si potrà seguire in diretta anche sul sito di Collettiva.it.

Per il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, dopo tre mesi di silenzio del governo sulla previdenza, è arrivato il momento di stringere: “È sconcertante – spiega Ghiselli – che il ministro Orlando, dopo varie sollecitazioni, ancora non abbia dato alcun riscontro alla richiesta di riavviare il tavolo di confronto sulla riforma previdenziale, considerando l'importanza sociale di questi temi”. Per il sindacato, insomma, bisogna cominciare a parlare del quadro che sostituirà la riforma Fornero e Quota 100 in scadenza alla fine dell’anno.

“Non accetteremo altri interventi sperimentali o improvvisati – spiega Ghiselli – non servono provvedimenti parziali (quota 102, allargamento dell’Ape sociale, ecc.), serve una vera riforma e di questo vogliamo discutere con il governo”. Ma se non arriveranno risposte chiare? “Siamo pronti alla mobilitazione in tutto il Paese, con le modalità e nelle forme che l'attuale situazione consente. Le persone che rappresentiamo sono stanche di essere prese in giro e di subire un sistema pensionistico fra i più penalizzanti d'Europa".

Molto chiari i punti delle richieste di Cgil, Cisl, Uil che saranno centrali nella mobilitazione: superare l’impianto della Legge Fornero, a partire dal 2022; introdurre una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età; riconoscere la diversa gravosità dei lavori, il lavoro di cura e delle donne; offrire una prospettiva previdenziale anche ai più giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui attraverso l’introduzione di una pensione di garanzia; tutelare il potere d’acquisto dei pensionati; rilanciare la previdenza complementare attraverso un semestre di silenzio assenso.