Come tutte le altre pensioni integrative, anche la previdenza complementare nel terziario assicura una più elevata copertura pensionistica, accrescendo il capitale iniziale versato, con maggiori vantaggi per il beneficiario. Sono già sette milioni i lavoratori che complessivamente hanno aderito a uno dei fondi pensione negoziali, che sono associazioni senza scopo di lucro, istituite grazie al contratto collettivo di lavoro. Loro scopo esclusivo, è di assicurare ai propri soci iscritti una più elevata copertura pensionistica, aggiuntiva a quella offerta dal sistema previdenziale obbligatorio.   
 
Per ogni lavoratore che aderisce a un fondo pensione, viene aperta una posizione individuale, 'un conto', all'interno del quale confluiscono: le somme versate (Tfr e contributi suoi e dell'azienda) e i rendimenti derivanti dagli investimenti finanziari. Il fondo pensione provvede alla raccolta dei contributi, alla gestione delle risorse e all'erogazione di prestazioni secondo quanto previsto dalla normativa in materia di previdenza complementare e nell'esclusivo interesse degli aderenti.
 
E' importante aderire alla previdenza complementare, raccomandano i sindacati, perché si stima che nel futuro le pensioni saranno inferiori almeno del 25% rispetto a quelle percepite dai pensionati di oggi. Dunque, è facile immaginare come sia necessario pensare ora ad una forma di integrazione al reddito da pensione. Sappiamo anche quanto sia importante avere un sostegno alle esigenze della terza età, che aumentano soprattutto in materia di sanità e assistenza. Aderire a un fondo di previdenza complementare, permette di migliorare il proprio reddito nel futuro e di prenderci cura di noi stessi, oggi per domani.  
 
Versando un contributo, si ha automaticamente diritto al contributo dell'azienda per cui si lavora: ad esempio, con un reddito annuo lordo di 20.000 euro (circa 1.550 euro al mese), il contributo annuo del lavoratore è pari a 110 euro (0,55% del reddito), mentre l'azienda versa nel fondo a favore del lavoratore un importo di 310 euro. Facendo una simulazione fra un lavoratore che ha aderito a un fondo, versando un contributo minimo e un altro che non vi ha aderito, decidendo di lasciare il Tfr in azienda, si può notare una differenza economica considerevole a tutto vantaggio del primo, pari a diverse migliaia di euro.
 
In più, sui contributi versati al fondo pensione non si pagano le imposte e la tassazione sulle prestazioni è decisamente vantaggiosa. I fondi negoziali sono associazioni senza scopo di lucro e presentano quindi costi più bassi rispetto ad ogni altra forma d'investimento. Il fondo pensione offre numerosi sostegni nel caso il lavoratore ne abbia bisogno anche prima del pensionamento. Si può richiedere un'anticipazione in caso di acquisto e ristrutturazione della prima casa, di spese mediche, perdita del posto di lavoro, fino al 30% anche senza causale. Grazie alla deduzione, non si paga l'Irpef sui contributi destinati alla previdenza complementare. I contributi versati potranno essere dedotti dal reddito complessivo fino a un massimo di 5.164,57 euro annui.
 
Inoltre, si ha una tassazione agevolata sui rendimenti: il 12,5% per la parte investita in titoli di Stato; il 20% per gli altri rendimenti. ulteriori investimenti finanziari sono tassati al 26%. Al momento della prestazione, l'aderente pagherà le tasse sulla parte di montante non tassata in precedenza. La tassazione è sostitutiva, ovvero è una semplice percentuale. Le prestazioni finali saranno tassate al 15%. Se si rimane più di sedici anni in un fondo pensione, questa percentuale diminuisce gradualmente fino ad arrivare al 9% dopo 35 anni. Non si pagano tasse aggiuntive: dunque, niente bollo, niente Tobin tax, niente Iva sulla commissioni di gestione. Infine, si può contare su un Isee più basso, perchè la posizione accumulata nel fondo pensione non è rilevante ai fini Isee. 
 
I fondi della previdenza complementare di settore sono: Fonte, Previdenza cooperativa, Previambiente, Fondapi, e fanno riferimento ai comparti del commercio, terziario, turismo, multiservizi, portierato, vigilanza privata, studi professionali, farmacie, pulimento, artigiani non edili e della cooperazione.