L’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, dovrà rispondere di omicidio volontario per il rogo che lo scorso 6 dicembre costò la vita a sette operai nello stabilimento di Torino. È la prima volta che avviene in un caso di infortunio sul lavoro. Questa la decisione del gup di Torino, Francesco Gianfrotta, dopo due ore di camera di consiglio. Il tribunale ha in pratica accolto tutte le tesi sostenute dall'accusa: rinvio a giudizio anche per gli altri cinque imputati, che saranno processati per omicidio colposo con colpa cosciente. Per tutti e sei, anche l’accusa d’incendio doloso.

L’avvio del processo, per la prima volta in Corte d'Assise in questo settore, è stato fissato il 15 gennaio, e riguarderà anche l’azienda in qualità di persona giuridica. Stamani si era tenuta l'udienza preliminare: in aula hanno parlato accusa e difesa con repliche e controrepliche. I pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso, tramite la riproduzione di documenti, hanno puntato tutto contro le argomentazioni delle difese (in particolare dell'avvocato Ezio Audisio) sulla conoscenza da parte dei dirigenti dei gravi problemi di sicurezza nello stabilimento torinese della multinazionale dell'acciaio.

“È una sentenza storica”
, ha detto il procuratore Guariniello: “Non è mai successo che si sia arrivati al rinvio a giudizio sia delle persone fisiche sia delle persone giuridiche, riconoscendo in un caso anche l'omicidio volontario”. La decisione del giudice ha suscitato gli applausi dei parenti delle vittime alcuni dei quali sono usciti dall'aula gridando “sì sì” con le braccia alzate verso il cielo, altri “grazie Guariniello” e altri ancora “è solo l'inizio, devono andare in galera”.

'E' la nostra prima grande vittoria'. Questo il commento a caldo espresso dai familiari dei sette operai morti nell'incendio alla Thyssenkrupp. Le agenzie riferiscono che una donna, davanti ai giornalisti, ha scandito uno per uno i nomi dei dirigenti chiamati in causa per poi aggiungere: 'Andrete in galera maledetti assassini'.

Anche dalla Fiom viene una reazione positiva. Giorgio Cremaschi, responsabile dell’ufficio Salute e sicurezza dei metalmeccanici, giudica “positivamente" la decisione del Gup di Torino. "In particolare - spiega Cremaschi -, valutiamo positivamente la decisione di accedere all’imputazione di omicidio volontario nei confronti dei vertici aziendali.” “La Fiom - spiega Cremaschi -, come parte civile nel processo assieme a decine di lavoratori e alle altre Organizzazioni sindacali, si propone di ottenere una sentenza esemplare, che dia giustizia rispetto a quanto avvenuto e suoni a monito nei confronti di chi non fa il proprio dovere per impedire il ripetersi degli infortuni mortali sul lavoro. La decisione oggi assunta dal Gup va nella direzione da noi auspicata.”