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Stellantis guarda a Melfi, e cerca di rassicurare i sindacati sul futuro dello stabilimento. Questo il senso della visita dell’amministratore delegato della neonata società all’impianto Fiat Chrysler lucano. “La presenza di Tavares è importante, ma sarà fondamentale rimettere al centro del piano industriale i lavoratori, la ricerca e la transizione energetica, perché sono queste le sfide che ci attendono”: così Simone Marinelli (coordinatore Fca, Cnhi e Marelli per Fiom Cgil) e Gaetano Ricotta (segretario Fiom Cgil Basilicata) commentano la visita di venerdì 22 gennaio.
Lo stabilimento Fiat Chrysler automobiles di Melfi (Potenza) è la fabbrica in cui si fabbricano più auto in Italia. Teatro di lotte sindacali, scioperi e licenziamenti, oggi dà lavoro a circa 7.200 persone ed è qui che si producono 500X, Jeep Compass e Renegade (sia elettrica sia ibrida). Ad accompagnare Tavares nelle sei ore trascorse nei reparti della fabbrica c’era anche John Elkann, presidente della nuova società.
I sindacati, oltre a un programma di rilancio della produzione nazionale, hanno chiesto all’amministratore delegato investimenti per la transizione energetica e la crescita dell’occupazione, sia per il comparto dell’assemblaggio sia per l’indotto. L’incontro ha avuto un valore fortemente simbolico per lo stabilimento potentino, anche se servono altri sforzi. “La convocazione dei sindacati e le visite sono un buon inizio”, aggiunge Marinelli: “Ora però servono garanzie per tutti i dipendenti”.
Tavares e Stellantis ribadiscono che i posti di lavoro saranno salvaguardati, così come gli investimenti. Resta l’incognita del piano industriale, e le parti sociali, per ora, non si sbilanciano. “La nuova società – illustra Ricotta – ci ha promesso che non saranno toccati gli stabilimenti e i lavoratori. Quando ci sarà un programma di sviluppo, lo valuteremo attentamente. Noi chiediamo che l’indotto rimanga così com’è, nella logica dell’economia di scala. Per questo ci serve l’aiuto del governo: le istituzioni devono esserci quando si prendono decisioni così importanti. Per Melfi, ma non solo”.
Nello specifico, osserva il segretario Fiom Cgil della Basilicata, servono politiche industriali mirate al sostegno dell’innovazione tecnologica del polo lucano. “Noi lo ripetiamo da anni: abbiamo bisogno di mezzi per accompagnare questa transizione energetica. La Basilicata ha il più grande stabilimento automotive in Italia e rappresenta un importante polo per l’estrazione petrolifera. Anche qui serve la politica, perché lo sviluppo industriale deve lavorare in sinergia con ricerca e nuove tecnologie”. In conclusione, Marinelli aggiunge che “il nuovo gruppo automobilistico ha idee avanzate su questo tema, ma a Melfi e negli altri stabilimenti italiani c’è bisogno di investimenti pubblici e impegni concreti, come è avvenuto in Francia e in Spagna”.
I sindacati chiedono, infine, che gli stanziamenti abbiano una ricaduta positiva sul territorio della Basilicata, anche in ottica di un passaggio generazionale e di nuovi posti di lavoro per il comparto regionale. “La fusione tra Fca e Psa – conclude Ricotta – dovrà garantire ingegnerizzazione del prodotto industriale e ricerca tecnologica. Oltre a questo, dovrà esserci anche una gestione attenta dei livelli occupazionali. L’età media dei dipendenti di Melfi è troppo elevata, quindi occorre pensare a come saranno sostituiti una volta andati in pensione. Stellantis deve guardare al futuro e investire nella formazione dei giovani del Sud”.