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Continua senza soste il piano di uscite incentivate dagli stabilimenti ex Fiat. Martedì 10 giugno Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr, ma non la Fiom Cgil, hanno siglato con la casa automobilistica la cosiddetta “separation” per 427 allontanamenti nell’impianto Stellantis Europe di Atessa (Chieti), noto come “ex Sevel”, dove si producono veicoli commerciali.
Il piano prevede, oltre ai 400, ulteriori 25 esuberi in Stellantis Plastics e due negli enti centrali. Va ricordato che nello stabilimento chietino il 12 maggio sono iniziati i contratti di solidarietà, che si concluderanno il 31 dicembre. Questo ammortizzatore sociale segue il periodo di cassa integrazione iniziato il 10 giugno 2024, che si sarebbe concluso l’8 giugno, esaurendo le 52 settimane a disposizione per legge.
Fiom: “Non avalliamo politica fatta solo di tagli”
“Una riduzione - afferma il segretario generale Fiom Cgil Chieti Alfredo Fegatelli - che si aggiunge, nella ex Sevel, alla già consistente emorragia occupazionale degli ultimi anni: da circa 6 mila addetti del recente passato si è passati agli attuali 4.800, un calo netto che non lascia spazio all’ottimismo. A essere colpiti, però, non sono solo i lavoratori direttamente coinvolti nella procedura”.
Il sindacato evidenzia come, nel tempo, “centinaia di lavoratori somministrati non siano stati stabilizzati o confermati, contribuendo ulteriormente al progressivo svuotamento dell’organico. Parallelamente cala anche la produzione: se fino a poco tempo fa lo stabilimento realizzava circa 1.250 furgoni al giorno, oggi la quota è scesa a 850-870”.
Un dato che, secondo la Fiom, sembra destinato a rappresentare il nuovo standard, in assenza di segnali di rilancio. Alla luce di questo scenario, la Fiom “ha deciso di non firmare l’intesa. Non possiamo avallare una politica fatta solo di uscite volontarie in assenza di un piano industriale, di investimenti e di una visione per il futuro del sito e del territorio’’.
Il segretario Fegatelli così conclude: ‘‘La Fiom ribadisce con forza che non è accettabile proseguire su una strada fatta solo di tagli, senza alcuna strategia industriale, senza garanzie per chi resta e senza prospettive per il rilancio dell’intero polo produttivo”.
Stellantis: “Servono unità d’intenti e visione”
La casa automobilistica comunica che “sta proseguendo nella realizzazione di programmi che consentano l’adeguamento dei processi aziendali in coerenza con il correlato sviluppo di nuove competenze professionali, richieste per la produzione della nuova gamma prodotti e del ricambio generazionale in corso”.
L’azienda, dunque, con l’obiettivo “di supportare il prepensionamento o diverse opportunità di carriera, ha siglato un accordo con le organizzazioni sindacali per 427 uscite volontarie nel comprensorio di Atessa. In quest’ultimo plant, nello scorso mese di marzo, Stellantis aveva però assunto 114 persone”.
Stellantis, in conclusione, ricorda di essere in presenza di “un percorso impegnativo, che comporta scelte complesse e non offre soluzioni immediate, ma richiede unità d’intenti e visione per accompagnare questa grande azienda, insieme a tutti i suoi dipendenti, nel futuro”.
Il piano: 427 uscite incentivate volontarie
Il piano di esodi incentivati riguarda operai, impiegati e quadri, il termine di presentazione delle domande è fissato al 31 ottobre prossimo. Ai dipendenti che hanno già maturato i requisiti pensionistici sarà corrisposto un incentivo pari a sei mensilità. Qualora il personale, entro 48 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, maturi il diritto alla pensione, l’azienda garantirà un importo lordo integrativo alla Naspi tale da raggiungere complessivamente il 90 per cento della retribuzione lorda.
Se fosse necessario, per il raggiungimento dei requisiti pensionistici, un ulteriore periodo contributivo fino a 24 mesi dopo la fine della Naspi, Stellantis erogherà un incentivo lordo pari al 70 per cento della retribuzione lorda per il biennio residuo, oltre a un importo aggiuntivo a copertura dei contributi dovuti.
Tale misura si applica anche a chi decresce solo per raggiungere l’età minima per la pensione di vecchiaia, ed è prevista la presentazione di un ecocert (ndr. l’estratto conto certificativo rilasciato dall’Inps che attesta la posizione contributiva di un lavoratore) aggiornato per accedere a questa fascia.
Nei casi in cui l’uscita è decisa dall’azienda e il lavoratore non raggiunge i requisiti pensionistici entro 48 mesi, sono previste indennità legate alla fascia d’età: per i lavoratori con almeno 55 anni sono previste 33 mensilità più 30 mila euro; per quelli tra i 50 e i 54 anni 30 mensilità più 30 mila euro; per la fascia 45-49 anni 24 mensilità più 30 mila euro; tra i 40 e i 44 anni 18 mensilità più 20 mila euro; infine tra i 35 e i 39 anni 12 mensilità più 20 mila euro.
Per favorire la rioccupazione dei lavoratori che non maturino i requisiti pensionistici nei 48 mesi successivi alla fine del rapporto di lavoro, Stellantis propone loro l’adesione a un programma di reinserimento professionale attivo, denominato Active, basato sulla partecipazione volontaria.