Una retta salata per specializzarsi – anche oltre 3 mila euro –, tanti posti liberi e ora una beffa: nel prossimo anno scolastico non potranno essere assunti a tempo indeterminato. Sono gli oltre 30 mila specializzanti sul sostegno, il cui coordinamento ha organizzato per lunedì 4 marzo un presidio presso il ministero dell’Istruzione e del merito alle 15 a cui la Flc Cgil di Roma e Lazio, “dà il suo massimo sostegno e appoggio”, ci dice Manuela Pascarella della segreteria.

La vicenda è davvero esplicativa di come nel nostro paese si gestiscano nodi così complessi non solo per lavoratrici e lavoratori ma anche per le ragazze e i ragazzi fragili che popolano le nostre aule.

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Stiamo parlando degli specializzandi che a giugno avranno terminato il loro percorso e che sono stati esclusi dal concorso legato al Pnrr ma – è questa la beffa maggiore – anche dalla possibilità che negli ultimi tre anni è stata garantita loro di essere assunti dalle graduatorie di prima fascia del sostegno.

Si aspettavano che la proroga di questa possibilità fosse inserita nel Milleproroghe, ma così non è stato. Il coordinamento, che coinvolge gli “studenti” dell’VIII ciclo del Tfa sostegno è nato a Roma Tre, ma si è esteso ad altri atenei della Regione e sta coinvolgendo anche altre realtà nazionali. 

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"Una situazione tanto più assurda perché sappiamo che anche quest’anno ci saranno 120 mila assunzioni a tempo determinato in deroga – commenta Pascarella –, quindi di precari. Così come in molte regioni i partecipanti al concorso sono meno delle cattedra vacanti”.

Insomma, i posti ci sono, ma le assunzioni no. Il che è particolarmente grave per un settore, quello del sostegno per gli studenti disabili, in cui la continuità didattica, il personale stabile, sono fondamentali per ragazze e ragazzi più fragili degli altri.

E qui il colpo di mano populista del ministro Valditara. Che nei giorni scorsi, come gli capita spesso, ha tirato fuori dal cilindro una proposta singolare: “Gli insegnanti di sostegno precari che riceveranno il gradimento delle famiglie potranno essere confermati anche per l’anno successivo.

Duro il commento della sindacalista: "Sarebbe una scelta affidata alla scelta discrezionale di preside e famiglie che metterebbe in discussione e scardina il meccanismo democratico e trasparente delle graduatorie. Ovviamente una norma che, comprensibilmente, alletta le famiglie, perché la continuità didattica, una figura stabile, per loro è fondamentale”.

Insomma: una risposta sbagliata a un problema reale. La risposta giusta sarebbe semplice: assumere gli insegnanti di sostegno di cui c’è bisogno. A cominciare dai 30 mila specializzandi.