Annullato all'ultimo l'incontro "informale" tra commissari straordinari e sindacati che si sarebbe dovuto tenere nel pomeriggio di oggi (mercoledì 28 agosto) a Roma. Il vertice era stato convocato, subito dopo la pausa estiva, proprio perché per Alitalia adesso bisogna stringere. Il 15 settembre è prevista la presentazione del piano di rilancio della compagnia, elaborato dalla cordata composta di Ferrovie dello Stato, Delta Airlines, ministero dell’Economia e Atlantia. Lunedì 23 settembre, invece, scadono gli ammortizzatori sociali: la cassa integrazione riguarda complessivamente circa 1.010 dipendenti (90 piloti, 850 unità del personale di terra e 70 del personale di cabina).

''Questo rinvio ci fa capire come la vicenda Alitalia sia legata al destino del governo. E' un'operazione complessa che coinvolge quattro ministeri diversi, quello del Lavoro, dei Trasporti, dello Sviluppo economico e dell'Economia e Tesoro. Il rinvio dell'incontro è proprio per questo motivo''. A dirlo è il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito: ''Certo oggi non ci aspettavamo risposte, ma solo un aggiornamento sull'andamento dell'azienda. Il rischio è che la data del 15 settembre possa essere rinviata nuovamente, perché chi acquista vorrà avere garanzie e senza governo questa partita non si chiude''. 

La conclusione della cassa integrazione per i lavoratori della compagnia aerea preoccupa moltissimo i sindacati. “Alitalia non ha un tempo infinito davanti a sé, i soldi in cassa pian piano stanno finendo. Auspichiamo una soluzione il prima possibile, servono scelte rapide e importanti per tutelare l'occupazione, e un piano industriale di sviluppo”, continua Cuscito: “Avremmo bisogno di un governo che possa prendere delle decisioni, un esecutivo autorevole e forte che possa decidere sul futuro della compagnia ed evitare una crisi occupazionale. Abbiamo bisogno di un governo che possa assumersi le proprie responsabilità”. Cuscito rileva anche la necessità che i commissari smentiscano "gli scenari di piani industriali usciti che parlavano di migliaia di esuberi e concentrazione del perimetro".

L’attuale stato di salute di Alitalia sembra discreto, considerando che al 31 luglio scorso in cassa c’erano ancora 413 milioni di euro. Ma il futuro per i 12 mila dipendenti della compagnia (cui si aggiungono altri 9 mila tra indotto, e servizi vari) è ancora tutto da definire, a partire dall'incontro di verifica che doveva svolgersi col partner industriale, la Delta Airlines, e che è stato anch'esso rinviato alla fine del mese. I nodi da sciogliere sono infatti tanti: la gestione degli esuberi (che potrebbero arrivare a 2.800), lo sviluppo del lungo raggio (con nuove rotte verso Nord America e Cina) e il miglioramento dei servizi a terra, la riorganizzazione della flotta (che Delta vorrebbe ridurre da 118 aeromobili a non più di cento), la governance (con l’individuazione del nuovo amministratore delegato della compagnia).

Nell'ultimo periodo il sindacato non ha incontrato il governo né l'azienda. “Ribadiamo la necessità di essere chiamati prima del 15 settembre e della presentazione del piano per capire cosa succede”, riprende il segretario nazionale della Filt Cgil: “Ci preoccuperebbe molto che i rappresentanti dei lavoratori non venissero sentiti prima dell'elaborazione. Non ci vorremmo trovare nella situazione in cui viene fatto un piano senza essere stati consultati. Non ci vogliamo trovare di fronte a un prendere o lasciare”. In particolare, aggiunge, “ci aspettiamo un'interlocuzione da parte dei vari ministeri interessati. Abbiamo bisogno di una regia governativa”.