Non è stato risolutivo il quarto incontro convocato dal ministero del Lavoro in merito alla procedura di licenziamento collettivo attivata dalle imprese nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori Ex Lsu e appalti storici, che ha avuto luogo venerdì 8 aprile. Lo rendono noto i sindacati. Sono quattro le aziende che hanno confermato la loro indisponibilità al ricorso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione, che è stato avanzato dal dicastero del Lavoro dietro richiesta delle organizzazioni, e condiviso dalle Regioni.

"Con motivazioni strumentali e discutibili Dussmann Service, Rekeep e Coopservice – alle quali si è aggiunta Auriga alla fine dell’incontro – hanno respinto la proposta del ministero, sostenuta dalle Regioni presenti, dicendosi determinate a procedere unilateralmente senza attivare l’ammortizzatore sociale".

Dura la reazione da parte di Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, che "hanno ribadito la necessità di mettere in sicurezza le lavoratrici e i lavoratori, che le imprese hanno unilateralmente sospeso da inizio gennaio dalla retribuzione e hanno denunciato le azioni messe in atto dalle aziende nei confronti di singoli lavoratori, riservandosi di perseguirle e denunciarle agli organi competenti". Negativo anche il giudizio dei rappresentanti delle Regioni che si sono rese disponibili ad attivare i programmi di politiche attive con le imprese che usufruiranno della cigs per cessazione.

La proposta ministeriale è stata invece positivamente accolta da altre cinque aziende - Team Service, Snam Lazio Sud, Epm, Gesap e Ifm – che si sono aggiunte a Ibm, L’Ancora e Globalservice, che avevano dato la loro adesione nel corso del precedente incontro, portando così a oltre 800 il numero di addetti collocati in ammortizzatore sociale. Richiamando le imprese a una ulteriore riflessione e valutazione della proposta, il ministero del Lavoro ha convocato un ultimo tavolo per il 22 aprile prossimo.

“Serve un'assunzione di responsabilità da parte delle imprese – dichiarano le sigle –: attivare l’ammortizzatore sociale permetterebbe di tutelare le lavoratrici e i lavoratori, metterli in sicurezza per un periodo utile a individuare soluzioni occupazionali strutturali, con il concorso di tutti i soggetti coinvolti: ministero dell’Istruzione,ministero del Lavoro, Regioni e imprese. Le quattro imprese rimaste accettino la proposta del ministero del Lavoro e delle Regioni – concludono Filcams, Fisascat e Uiltrasporti – per dare una salvaguardia occupazionale anche ai loro 300 dipendenti”.