Dopo oltre due anni dall’ultimo confronto, il governo riceverà oggi i sindacati per discutere di sicurezza sul lavoro. “Vogliamo condividere queste misure con le parti sociali, che convocheremo nei prossimi giorni a Palazzo Chigi, per raccogliere anche i loro suggerimenti e rafforzare gli interventi già previsti”, aveva annunciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video diffuso il 30 aprile, al termine del consiglio dei Ministri.

UN INCONTRO ATTESO DA DUE ANNI

Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, considerando che già a gennaio 2023 la ministra del Lavoro, Marina Calderone, aveva accolto la proposta di Cgil, Cisl e Uil per un “patto per la sicurezza”. In quell’occasione, la ministra aveva espresso l’intenzione di istituire tavoli tecnici con cadenza quindicinale con tutte le parti coinvolte. Quegli incontri, però, non si sono mai concretizzati.

Oggi, dunque, si riparte. Ma cosa ci sarà davvero sul tavolo? Un decreto già chiuso da accettare senza possibilità di replica, come accaduto in passato? Oppure una reale apertura al dialogo con le parti sociali, con l’obiettivo di rimettere al centro la tutela della salute e della vita di lavoratrici e lavoratori?

“Quella delle morti sul lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese, ha già mietuto centinaia di vittime solo nei primi mesi dell’anno, lasciando altrettante famiglie nella disperazione”, ha dichiarato recentemente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un richiamo ripreso anche dalla presidente Meloni, che ha auspicato “un’alleanza tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell’Italia”.

A ribadire questa volontà è stata anche la ministra Calderone: “Ci sarà un confronto durante il quale l’esecutivo illustrerà le proprie proposte e ascolterà quelle avanzate da sindacati e datori di lavoro”.

FERMARE LA STRAGE 

Cauto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Capiremo meglio durante l’incontro se si tratterà dell’ennesima consultazione in cui il Governo ci chiede proposte per poi decidere da solo, o se sarà davvero l’avvio di una trattativa alla ricerca di un accordo”.

Un’intesa che appare quanto mai urgente, alla luce dei dati: una media di tre morti sul lavoro al giorno non può più essere tollerata. Servono interventi concreti e non più rinviabili.

Secondo la Cgil, è necessario partire da un cambio radicale del modello produttivo: “Esiste un modello d’impresa che uccide. Non si tratta solo di sfortuna: molte delle vittime sono lavoratori precari, spesso impiegati in subappalto”, ha più volte denunciato Landini.

Un fenomeno che potrebbe essere affrontato anche attraverso i referendum dell’8 e 9 giugno. Uno dei quesiti, in particolare, mira a modificare la normativa attuale sulla responsabilità nei contratti di appalto e sub appalto: oggi, infatti, il committente risponde solo dei rischi “generici”, e non di quelli “specifici” a carico dell’appaltatore. Il referendum propone di estendere la responsabilità anche all’azienda “madre” così da tutelare maggiormente lavoratori e lavoratrici.