Venerdì 12 dicembre è il giorno dello sciopero generale della Cgil. I lavoratori e le lavoratrici italiane si fermano in tutti i settori pubblici e privati per l’intero turno di lavoro di 8 ore, ovviamente nel rispetto delle garanzie previste dalla legge per i servizi pubblici essenziali.

Perché è un diritto

Lo sciopero generale è un diritto sancito dall’articolo 40 della Costituzione italiana. È garantito per tutti i lavoratori e le lavoratrici del pubblico e del privato. Come noto, si tratta di una forma di protesta collettiva nazionale: molte lavoratrici e lavoratori interrompono volontariamente la loro prestazione per difendere i diritti o denunciare politiche che considerano ingiuste. Per farlo, rinunciano a un giorno di stipendio.

Chi può scioperare

Hanno diritto di sciopero tutti i lavoratori, sia del settore privato sia del pubblico, anche se non sono iscritti a un sindacato. Lo sciopero è un diritto individuale e non richiede affiliazione: quindi anche chi non è iscritto alla Cgil può incrociare le braccia il 12 dicembre e partecipare alla mobilitazione.

Come partecipare

Il lavoratore o la lavoratrice può astenersi dal proprio lavoro senza effettuare alcuna comunicazione in anticipo nei confronti dell’azienda o dei superiori. Chi sciopera non può essere licenziato o sanzionato per aver esercitato il diritto: l’adesione è tutelata dalla legge.

Perché la Cgil ha proclamato lo sciopero

Lo sciopero del 12 è stato deciso dall’assemblea dei delegati della Cgil Nazionale. Secondo il sindacato, infatti, la manovra di bilancio del governo Meloni è profondamente ingiusta, perché non affronta i problemi reali dei lavoratori, giovani e pensionati: bassi salari, precarietà, servizi pubblici senza risorse, sanità, pensioni e diritto al lavoro dignitoso. Da qui la scelta di indire la protesta.

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