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A fine anno la Purem di Castellalto (Teramo) chiuderà. Questa la notizia, largamente inaspettata, che la multinazionale tedesca Eberspächer, produttrice di marmitte e sistemi di scarico per il settore dell’automotive (principalmente Stellantis e Volkswagen), ha annunciato ai sindacati. L’intenzione sarebbe quella di spostare la produzione in impianti “gemelli” di Repubblica Ceca, Polonia e Romania.
Il 10 giugno scorso la Purem ha dunque avviato la procedura di licenziamento collettivo per i suoi 47 dipendenti, giudicando la chiusura come “difficile ma inevitabile, e presa dopo aver valutato attentamente tutte le possibili alternative”. Nel maggio 2023 aveva varato un nuovo piano industriale, che però sembra non aver soddisfatto le aspettative della multinazionale, da qui la decisione di dismettere lo stabilimento.
“Nell’ultimo incontro istituzionale del 23 maggio 2023 – precisa l’assessora alle Attività produttive della Regione Abruzzo Tiziana Magnacca – l’azienda aveva dato rassicurazioni alla continuità del sito di Castellalto, evidenziando come lo stabilimento abruzzese dovesse diventare il principale centro di produzione dei pezzi di ricambio per tutto il gruppo Purem a livello europeo, oltre al mantenimento dei livelli occupazionali”.
Sindacati: “Le multinazionali spremono e vanno via”
“Una cosa paradossale e aberrante”, dicono i segretari generali territoriali Fiom Cgil (Natascia Innamorati) e Fim Cisl (Marco Boccanera): “Qui la multinazionale ha fatto profitti enormi, il fatturato 2023 è di 195 milioni di euro, è stata la seconda azienda in Abruzzo per entità del fatturato. Il loro utile è stato di 47 milioni di euro: questo vuol dire che ogni lavoratore ha prodotto un milione di euro di utile”.
Appena due anni fa, appunto nel maggio 2023, la multinazionale “aveva preso impegni formali con noi e le istituzioni per mantenere i livelli occupazionali e produttivi nello stabilimento. Sono bastati due anni per invertire la rotta e passare da una promessa di un orizzonte di almeno dieci anni alla procedura di licenziamento collettivo”.
I sindacati si dicono “totalmente contrari” alla decisione e promettono battaglia: “Se non è la Purem, che fa ottimi ricavi, a fare investimenti su un settore come quello dell’automotive, messo in crisi dalle stesse imprese e dall’assenza della politica, chi altri dovrà mai investire? Noi difendiamo il lavoro e la dignità di queste persone, difendiamo il territorio”.
Innamorati e Boccanera, in conclusione, ritengono che la vicenda della Purem sia “l’emblema di quello che sta succedendo nel nostro territorio: le aziende spremono il più possibile e poi vanno via quando vogliono. La crisi la stanno vivendo i lavoratori. E se non si comprano le auto, se il mercato dell’auto è in crisi, è anche perché gli stipendi sono troppo bassi”.