Quattro settimane di lavoro senza interruzione in mare, lontano da casa, al posto dei turni di 15 giorni previsti dal contratto di settore, seguiti da un riposo di 13. È quanto è stato imposto ai lavoratori impegnati nelle attività di ristorazione e nei servizi alberghieri gestiti dalla Ligabue SpA sulle piattaforme off-shore della GNL Adriatico.

La richiesta a quanto pare è arrivata dalla committenza, che con la turnazione doppia intende contenere il rischio contagio e soprattutto ridurre i costi dei rimborsi spese di viaggio, ed è stata accolta senza battere ciglio dall’azienda in appalto. Nessuna delle due ha tenuto in considerazione i principi stabiliti dalla legge in termini di diritto al riposo, che tutelano la salute e la sicurezza dei lavoratori e garantiscono loro il necessario equilibrio tra lavoro e vita privata e familiare. 

I turni di 28 giorni sono seguiti da 24 giorni di riposo, ma i lavoratori devono trascorrere gli ultimi cinque in quarantena, prima di salire a bordo, e queste giornate per quanto retribuite non vengono conteggiate con tutte le indennità previste dall’off-shore. “Il lavoro in piattaforma – spiega la Filcams Cgil – è una attività delicata e altamente professionale che comporta periodi prolungati di permanenza in mare e che proprio per questo necessita di una particolare alternanza tra lavoro e riposo, affinché non si accumuli eccessiva stanchezza, uno dei fattori di maggior rischio in tema di salute e sicurezza”. 

Ma il rispetto degli accordi contrattuali sui tempi di vita e lavoro dei dipendenti sembra sfumare in tempi di pandemia. Le richieste del sindacato si sono scontrate con la chiusura totale della Ligabue, che continua a imporre carichi di lavoro insostenibili e a sottrarsi a un confronto costruttivo con le parti sociali.

Dopo lo stato di agitazione del mese scorso i sindacati hanno tentato invano di ridiscutere un piano che potesse essere soddisfacente per l’azienda e per i lavoratori, sia dal punto di vista delle turnazioni, sia sul fronte economico. Preso atto della posizione irremovibile dell’azienda, la Filcams ha dichiarato lo stato di sciopero per tutti i turni a partire dal 25 marzo. “In attesa dell’intervento del Prefetto di Rovigo, dell’ispettorato del lavoro e della Committenza, tutti edotti, informati e chiamati ad intervenire – ha concluso in una nota il sindacato di categoria – qualora il personale si trovi nella condizione di non vedere rispettati i propri turni di lavoro, e sentirsi prigioniero in mare aperto in seguito a scelte unilaterali, si ricorrerà alle forze dell’ordine per chiedere lo sbarco forzato dei dipendenti, al termine del turno di lavoro regolare, anche contro la volontà aziendale”.