I dipendenti pachistani di un'azienda cinese di Prato sono stati aggrediti nel corso di una protesta. E' quanto successo il 19 giugno, secondo quanto denuncia una nota della Filctem Cgil di Prato, che parla di "fatto gravissimo" avvenuto "di fronte alla Gruccia Creation, azienda che produce grucce di plastica e i cui titolari sono cinesi. I lavoratori, pachistani, protestavano per l’eclissarsi dei titolari cinesi che avrebbero dovuto firmare un accordo su cui sembrava si fosse trovata una intesa dopo una lunga e pesante mobilitazione, con i dipendenti, pachistani, che chiedevano condizioni di lavoro e salari regolari. Lamentano, tra l’altro, 12 ore di lavoro al giorno senza riposo settimanale. Nel corso della protesta - ricostruisce sempre la Filctem Cgil - sono stati aggrediti da un gruppo di cinesi. Il bilancio è pesante. Sei feriti sono stati soccorsi in codice verde e portati all'ospedale di Prato. Altri due, uno in codice verde, l'altro in codice giallo per un taglio alla testa, sono andati all'ospedale di Careggi".

“È cominciato a scorrere il sangue. Dopo anni di denunce, di descrizione del sistema di produzione illegale e dello sfruttamento sul quale si basa, di indicazioni su come deve essere contrastato, ci ritroviamo alle aggressioni dei lavoratori durante le manifestazioni per rivendicare i propri diritti". Questo il commento di Massimiliano Brezzo, segretario generale della Filctem Cgil Prato, che "esprime tutta la propria solidarietà ai lavoratori della Gruccia Creations, aggrediti mentre rivendicavano orari e salari regolari. A quanto si legge - prosegue Brezzo -, a fine maggio, questi lavoratori erano stati protagonisti di una pubblica denuncia, in Piazza del Comune, delle loro condizioni di sfruttamento che, per inciso, è un reato penale. Ci chiediamo come mai, in 20 giorni, non siano state verificate le condizioni denunciate intervenendo di conseguenza. Ancora una volta, in questo territorio, il lavoratore, anche il più debole e ricattabile, non può contare sugli organi di controllo ma deve trovare da solo la strada per farsi riconoscere i propri diritti. Speriamo che tutti operino perché questo episodio sia l’ultimo, e non il primo di una pericolosissima escalation”, conclude il segretario della Filctem Prato.