Una notizia “inaspettata e preoccupante”, così l’hanno definita Fiom Cgil e Fim Cisl di Chieti. È quella che si è abbattuta sulle lavoratrici e i lavoratori della Pierburg di Lanciano, azienda storica specializzata nella produzione di pompe olio e ricambi per il settore automotive, di proprietà del colosso tedesco Rheinmetall.

“In un momento – spiegano i sindacati – in cui lo stabilimento sembrava godere di una relativa stabilità, senza ricorso alla cassa integrazione, con il pieno impiego del personale e anche l’utilizzo di lavoratori in somministrazione, l’annuncio della casa madre ha scosso profondamente l’intero comparto”.

Nel corso di un’assemblea plenaria “convocata frettolosamente, l’amministratore delegato ha comunicato la decisione del gruppo di dismettere completamente il settore automotive per concentrare le proprie attività esclusivamente in quello della difesa”.

Una scelta strategica che coinvolge tutti e tre gli stabilimenti italiani: Lanciano (135 dipendenti), Livorno (245) e Torino (25-30), per circa 40 siti nel mondo per un totale di 16 mila lavoratori. “Tutto questo – riprendono Fiom e Fim – avviene senza alcuna trasparenza: non è stato comunicato chi sia il potenziale acquirente, se si tratti di un’altra azienda industriale, di un fondo di investimento o di altro soggetto”.

Sindacati e personale sono ovviamente molto preoccupati. “Abbiamo richiesto formalmente un incontro alla direzione aziendale”, aggiungono le due categorie: “Pretendiamo risposte chiare e interlocutori credibili, capaci di dare certezze alle lavoratrici e ai lavoratori che per tanti anni hanno contribuito alla crescita dell’azienda e generato ricchezza”.

La Pierburg rappresenta oggi simbolicamente il primo tassello che rischia di cadere fra i tanti del distretto automotive della Val di Sangro. “La sua messa in discussione segna un campanello d’allarme che speriamo dia la sveglia all’intero comparto”, proseguono: “Per questo motivo coinvolgeremo anche le istituzioni locali, regionali e nazionali, affinché questa non resti una questione locale, ma venga affrontata con la dovuta attenzione anche a livello governativo”.

Fiom Cgil e Fim Cisl Chieti così concludono: “Oggi Rheinmetall, da un lato, acquisisce importanti commesse con il governo italiano, crea partnership con Leonardo e insieme mirano all’acquisizione di Iveco Defence; dall’altro, annuncia una probabile macelleria sociale mondiale. Non ci accontenteremo di parole di solidarietà: serve un impegno concreto nella difesa del lavoro e della produzione industriale nel nostro territorio e nel nostro Paese”.

Sulla vertenza è intervenuta anche la Fiom Cgil Livorno. “Il gruppo Rheinmetall intende concentrarsi sul settore della difesa, ma riteniamo che l’automotive, nonostante la fase delicata che sta attraversando, possa vivere una nuova giovinezza”, commenta il segretario provinciale Massimo Braccini: “Non accetteremo passaggi proprietari al buio o verso fondi d’investimento che nulla hanno a che fare con il settore. Qualsiasi nuova compagine societaria deve garantire investimenti, clausole anti-delocalizzazione, presentare piani industriali di rilancio e sviluppo sul territorio”.