“Profonda rabbia e delusione per l'atteggiamento tenuto ancora una volta dalla multinazionale del farmaco”. Questo il commento di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Filctem, Femca e Uiltec territoriali al secondo appuntamento della procedura di licenziamento per 130 lavoratori avviata da Pfizer nello stabilimento di Catania, che si è tenuto nel pomeriggio di venerdì 25 presso la sede locale di Confindustria. Il primo incontro risale al 15 febbraio scorso.

“Non ci sarà alcun congelamento della trattativa, come paventato dalla stessa azienda anche all'assessore regionale del Lavoro Antonio Scavone”, spiegano i sindacati: “Ancora una volta Pfizer si è presentata al tavolo di confronto senza una proposta concreta, ribadendo l'insufficienza degli investimenti, ma soprattutto senza quel piano industriale che avevamo richiesto più volte”.

I sindacati rilevano che “l'intento di Pfizer, di far credere in una possibilità di voler condurre la problematica verso un terreno più ragionevole, da parte nostra non ha trovato mai condivisione. Ci spiace soltanto che questo atteggiamento, che ovviamente condanniamo, ancora una volta è stato irrispettoso nei confronti delle istituzioni di governo e della Regione Sicilia”.

Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Filctem, Femca e Uiltec hanno dunque confermato l’astensione dal lavoro per venerdì 4 marzo. “È chiaro che, davanti a un simile scenario, lo sciopero diventa sempre più importante”, dicono i sindacati, rilevando che questa misura “appare essere soltanto la prima sfoltita di una lunga serie che si vuole ora inaugurare con lo stabilimento di Catania, considerato che non esiste un piano di ristrutturazione o di consolidamento e gli investimenti annunciati fanno presagire ben altro rispetto alla volontà di mantenere aperto l’impianto”.

L’unica alternativa ai licenziamenti proposta dalla multinazionale è la possibilità, ma solo per 50 dipendenti (su base volontaria e con l'erogazione di un incentivo una tantum), di trasferirsi nello stabilimento di Ascoli Piceno, a 900 chilometri di distanza. “Una richiesta sicuramente irricevibile – commentano i sindacati – aggravata dal fatto che l'eventuale adesione all'offerta deve giungere all'azienda entro pochi giorni”.

Le tre confederazioni e le tre sigle di categoria, infine, lanciano un appello “alle istituzioni affinché non facciano più sconti all'azienda e al suo management, convocando immediatamente il tavolo di crisi regionale e invocando anche l'intervento tempestivo del ministero dello Sviluppo economico”.

Da parte dell’azienda, va segnalata la lettera inviata all’assessorato regionale al Lavoro nella quale si affermano “la volontà di mantenere la presenza del sito di Catania nell'attuale network di produzione della compagnia” e un “piano d'investimenti triennale 2022-2024 pari ad almeno 27 milioni di euro”, orientati “alla modernizzazione dello stabilimento, che continuerà a essere parte integrante della rete globale di produzione e fornitura di Pfizer”.