Dopo il grande dolore per la scomparsa di Paolo, si fa strada il ricordo dei tanti anni vissuti nello stesso sindacato con un rapporto fraterno, e come tutti i rapporti fraterni fatto tra alti e bassi. Ci siamo conosciuti quando Paolo era un segretario della Funzione Pubblica dell’Emilia-Romagna nel periodo del Coordinamento delle quattro categorie (Stato, Parastato, Enti Locali, Sanità). Mi guardava con sospetto essendo io dipendente di un Ministero “romano” e conseguentemente centralista. Ma poi tutto passa. Era quella la fase nella quale, sotto la guida esperta di Aldo Giunti, le quattro categorie provavano a fare sintesi anche lessicale di storie ed esperienze politiche e sindacali diverse.

Dopo un disastroso congresso a Perugia, e dopo la direzione di Alfiero Grandi, divenne il segretario generale aggiunto della Fp Cgil, con Pino Schettino come generale e lì iniziò il cammino “tortuoso” verso la prima privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico. Si trattava di un passaggio epocale per il lavoro pubblico, ancorché contenuto in una manovra governativa nella quale prevaleva l’attenzione finanziaria ed il centralismo istituzionale.

Paolo divenne segretario generale della Fp Cgil e perseguì, come tutta la Cgil un’ulteriore svolta con la contrattualizzazione del rapporto di lavoro. Incisero in questa svolta la determinazione ma anche l’intreccio di condizioni favorevoli: la sintesi unitaria di Cgil, Cisl e Uil e il consenso attivo delle rispettive categorie, la politica con il Governo Prodi e la presenza al governo di Franco Bassanini, la presenza di un folto gruppo di giuristi tra i quali spiccava Massimo D’Antona, tragicamente assassinato dalle Brigate Rosse.

La contrattualizzazione del rapporto di lavoro, i rinnovi dei contratti di lavoro presso l’Aran e il tema della rappresentatività e del ruolo attivo delle rsu, erano i capisaldi di quella stagione vissuta da Paolo e da tutto il gruppo dirigente della Fp con grande intensità e determinazione. Trasformare il rapporto di lavoro “immutabile” e contrattare le nuove condizioni del lavoro era un’opera titanica. Bisognava avere ben saldi gli obiettivi, “le linee rosse”. Questi erano i diritti del lavoro e l’innovazione. Il rapporto con le controparti, in specie l’Aran, era innovativo; tutti si cimentavano con l’innovazione del rapporto di lavoro e la comprensione e, a volte, la pazienza verso controparti impazienti erano una virtù.

Ma il frutto erano i rinnovi dei contratti collettivi per tutti i lavoratori pubblici, resi possibili dall’innovativo strumento della rappresentatività, rimasto l’unico previsto dalla legge, con contratti nei quali massima era l’attenzione ai diritti dei cittadini e a quelli dei lavoratori pubblici. Le elezioni delle rsu premiarono il lavoro di Cgil, Cisl e Uil e, in particolare, della Cgil e della Fp per i contratti e l’innovazione della partecipazione di “massa” alla contrattazione delle condizioni di lavoro. Una grande prova di democrazia e di protagonismo del lavoro nel definire i propri diritti.

Paolo ha rappresentato con passione quella esperienza che ha portato alla crescita dei dirigenti in carica e all’assunzione di una nuova giovane classe dirigente in tutte le strutture dell’Organizzazione. Quando Paolo è entrato nella segreteria confederale nel 2000 abbiamo continuato a lavorare insieme. Seguiva anche il lavoro pubblico, fermamente assertore dell’autonomia politica della categoria in un quadro confederale di interessi generali.

Bastava uno sguardo o una battuta per capirci e soprattutto c’era un comune sentire sulle cose da fare, sui diritti da difendere e sugli interessi da tutelare. Anche dalla Cgil è nata una nuova leva di giovani dirigenti che rivestivano e oggi rivestono posti di responsabilità grazie alla determinazione di Paolo e al suo intuito politico.

La sua irrequietezza politica era determinata dalla giustizia sociale e dal perseguire i diritti del lavoro. La sua generosità accompagnava un carattere determinato e non sempre facile. Addio Paolo, un pezzo della nostra e della mia storia va via, ma continua l’insegnamento e la determinazione.